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«La lezione di Bologna serve a tutto il Pd per battere Berlusconi», di Andrea Bonzi

Il vincitore «Ora tutti uniti per conquistare il Comune al primo turno Frascaroli e Zacchiroli li vorrei in squadra. Il mio esempio? Chiamparino» A Bersani voglio dire: il Pd bolognese c’è, conta su di noi. Fai come noi e vedrai che cambieremo l’Italia». La sua prima battaglia Virginio Merola l’ha vinta, e bene. Nella notte tra domenica e ieri, l’ex assessore della giunta Cofferati è stato eletto candidato sindaco del Centrosinistra sotto le Due Torri. Una sfida dominata nettamente: delle oltre 28.000 preferenze espresse dai cittadini, Merola ne ha raccolte 16.000, pari a oltre il 58%. E ora fa appello a tutte le forze della coalizione «per vincere, quando si voterà a maggio, già al primo turno». Merola, in un momento in cui le primarie vengono messe in dicussione, che valore ha l’exploit di partecipazione dei cittadini? Se a Bologna offri un’occasione di democrazia, i cittadini non la perdono. Sto leggendo il libro di Luca Ricolfi, “Perché siamo antipatici”, in cui si sostiene che la sinistra viene sconfitta se si presenta con la puzza sotto il naso. Ecco, penso invece che serva umiltà. Quanto ha pesato secondo lei il clima generato dalla raccolta firme per mandare a casa Berlusconi? Può aver inciso, Bologna capisce bene ciò che sta succedendo al Paese e non può accettarlo. Ma credo anche che sia stata una reazione agli uccelli del malaugurio, che avevano pronosticato un flop per queste primarie. Quali sono le prossime mosse? Innanzitutto mi prenderò una settimana di riposo, per raccogliere le idee dopo questo periodo intenso. Intendo confermare Maurizio Cevenini come presidente del Comitato elettorale, se vorrà. E ovviamente tenere conto delle proposte di Amelia Frascaroli e Benedetto Zacchiroli (gli sfidanti, ndr). Poi ridefinirò la macchina per la campagna elettorale, già divisa in gruppi tematici: intendo definire il programma con tutte le 28mila persone che si sono recate alle urne. Se le amministrative saranno il 15 maggio, come sembra, la strada è ancora lunga. Giovedì, poi, parteciperò alla manifestazione della Fiom contro la Fiat e l’accordo di Mirafiori (in Emilia-Romagna si sciopera il 27, non il 28 come nel resto d’Italia, ndr).
Parliamo dei suoi concorrenti: insieme hanno totalizzato 12.000 preferenze, di cui oltre 10mila della Frascaroli. Lei ha detto più volte di voler “ripartire da tre”, ma le piacerebbe averli a fianco in un’ipotetica giunta? Il risultato di Amelia è importante. A me piacerebbe averli entrambi in squadra, ma devo anche dire che il sindaco è indipendente e nomina lui gli assessori: faremmo un torto a loro se oggi dessimo loro il posto.
È un errore annunciare la giunta in campagna elettorale. E poi, nessuno di noi si è candidato per fare l’assessore. Rispettiamoli.
Lei ha fatto l’assessore all’Urbanistica con Sergio Cofferati. Cosa si porterà dietro di quel periodo che, nel bene e nel male, ha diviso Bologna?
Credo che quella giunta abbia seminato molto. Uno degli errori di quella esperienza ma non è colpa di Cofferati è che l’esposizione dell’ex segretario Cgil ha messo in ombra quanto fatto in quegli anni. Ritengo che Cofferati sia un grande uomo politico, forse sovradimensionato per il ruolo di sindaco. Da lui ho imparato che “partecipare è decidere”. Ha qualche ricetta particolare per governare?
Non bisogna aver paura dell’impopolarità, quando si sostengono le proprie tesi. Con queste primarie, credo che ci siamo già lasciati dietro un po’ di passato, e ora possiamo guadagnare tanto futuro. Bologna avrà il rango che merita, e lo faremo insieme ai cittadini. Voglio dimostrare che cambiare è possibile.
È possibile cambiare anche il Pd?
Io credo che i cambiamenti fatti dal segretario Raffaele Donini sotto le Due Torri abbiano avuto forte consenso: penso alle primarie, all’autonomia dei circoli. Qui c’è un candidato che non è stato deciso da quattro persone in una stanza. Non è poco.
C’è qualche altro primo cittadino a cui si ispira?
Stimo Chiamparino. Tutti dicevano che era un funzionario di partito, ma credo che abbia fatto buone cose a Torino. Poi vorrei citare Andrea Tolomelli, sindaco di Argelato (Bologna), 30 anni, che ha vinto le primarie contro tutti e ora fa il sindaco molto bene.
È pensabile una lista civica del sindaco? Se all’interno del Centrosinistra nascerà una lista civica che sostiene il sindaco ben venga, ma non ci sarà una lista civica del sindaco. Io credo che serva un progetto civico, anche se viene da un sindaco orgoglioso della sua tessera di partito. Bersani l’ha contattata?
Ci siamo sentiti nella tarda mattinata, è stata una chiamata molto affettuosa. Nel Centrodestra il candidato non c’è ancora. Ma intanto c’è la disponibilità di Stefano Aldrovandi, che si presenta con un profilo civico ma che pare sensibile alle sirene di Pdl e Lega. Che ne pensa?
È un bene per Bologna se si forma un Terzo Polo, credibile e autonomo, rigorosamente alternativo a Pdl e Lega Nord, che sono impresentabili. Servono proposte per migliorare la città. Poi, deciderà lui il da farsi: non posso certo fare un appello a non candidarsi.

L’Unità 25.01.11

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“Bersani incassa il successo
Prodi: ha vinto la democrazia”, di A. Bo.

Bersani incassa il bel successo del Pd alle primarie e dice: ora uniti per vincere. Prodi: ha vinto la democrazia. Vendola apprezza la partecipazione e aggiunge: non pretendo che vincano sempre quelli che piacciono a me. Per il Pd è un bel successo. E il segretario Pier Luigi Bersani lo incassa con soddisfazione. Evitato il rischio di un bis di Milano con la vittoria del candidato di Vendola si è complimentato al telefono con Virginio Merola e i segretari regionale Bonaccini e cittadino Donini per complimentarsi (la stessa cosa ha fatto a Napoli). «Ora dobbiamo lavorare per l’unità ha detto il leader Pd e costruire una proposta vincente e un clima favorevole per battere il centrodestra». Invito subito raccolto da Bonaccini, che parla di Merola come «candidatura ancora più forte. Ora definiamo il progetto di governo per la città». E anche da Donini, secondo cui «il Pd ha vinto, voluto, difeso e valorizzato questo strumento. L’ho detto: non c’era niente di più civico che far scegliere il candidato sindaco ai cittadini».
Soddisfatto anche Romano Prodi: «Ha vinto la democrazia», ha commentato l’alta affluenza 28.400 persone, 3.000 in più rispetto al 2008 alle primarie che a Bologna hanno visto l’ampia affermazione dell’ex assessore Pd Virginio Merola con il 58% (16mila preferenze). La soddisfazione è palpabile, sotto le Due Torri. «È la dimostrazione gongola il Professore che, quando la competizione è libera e vera e si dà alla gente la possibilità di essere coinvolta nelle scelte, la risposta è positiva».
VERSO LE ELEZIONI
Ora si guarda al 15 maggio, data probabile delle amministrative, con più serenità. L’obiettivo è vincere al primo turno, contando magari nella divisione tra la coppia Pdl-Lega che presenterà il candidato a inizio marzo e, al momento, è in alto mare – e il costituendo Terzo Polo, che punta forte sulla disponibilità di Stefano Aldrovandi (ex Fondazione Del Monte, ex Hera) di vestire i panni di un novello Guazzaloca. Un primo passo, intanto, è stato fatto. Fondamentali in chiave-affluenza anche gli altri due concorrenti: Amelia Frascaroli, sostenuta da Sel, Verdi e Federazione della Sinistra, che ha ottenuto 10.500 preferenze (pari al 36% circa), facendo il pieno nei quartieri del centro storico, e Benedetto Zacchiroli, fermo poco sotto i 1.600 voti (5,6%). Non è da sottovalutare, poi, il richiamo della petizione per chiedere le dimissioni di Berlusconi, che ha ottenuto in un solo giorno oltre 20mila sottoscrizioni. Non a caso, infatti, Merola ha coniato lo slogan «ricomincio da tre», promettendo il coinvolgimento degli altri due ormai ex avversari, anche se non necessariamente nella giunta. Importante, in questo senso, la dichiarazione di Nichi Vendola, che era venuto a Bologna, alcune settimane fa, per sostenere la Frascaroli, che al Tg3 ha dichiarato: «Non ho la presunzione che debbano vincere ovunque quelli che vorrei io, e credo che questo possa tranquillizzare il Pd. Viva le primarie, non si deve aver paura, non ci sono esiti scontati». Esultano anche i dipietristi: «Bologna oggi rappresenta il punto da dove la vera politica dei cittadini può ripartire dice Silvana Mura, parlamentare e segretaria regionale dell’Idv non si può perdere questa chance che gli elettori di Centrosinistra hanno voluto accordare».

L’Unità 25.01.11

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