"In Italia 800 mila schiavi", di Federico Formica
Salman si sveglia prima dell’alba. Poi va a cercare di far la giornata, a offrirsi a decine di caporali. Se va bene, lo prendono in un cantiere (40 euro al giorno) o in una serra (30 euro). Nove ore di lavoro filate, ovviamente senza alcun contratto. Se va male, resta a casa. Tutte le mattine, ogni giorno è così. Nel 2002 Salman non era venuto dalla Tunisia per ingrossare le fila di un esercito di sfruttati. Ma ci è finito dentro comunque. E adesso lavora nella zona più oscura del lavoro nero, quella dei due settori più devastati dal fenomeno del caporalato: edilizia e agricoltura. Dove ci si scambia manodopera a bassissimo costo, a seconda delle giornate. Salman non sarà a Roma il 24 gennaio. Troppo costoso il viaggio dalla provincia di Ragusa dove vive e lavora. Ma per lui e per tutti quelli come lui, lunedì prossimo potrebbe essere un giorno importante. Le organizzazioni Fillea e Flai, i due comparti di Cgil che si occupano rispettivamente degli edili e dei braccianti, hanno indetto un’assemblea …