Una tassa del 5% sui redditi superiori ai 150 mila euro per finanziare un piano di lavoro per i giovani, parallelamente ad un intervento sul fisco che parta da una intensificazione della lotta all’evasione. Parte da qui la proposta lanciata dalla Fisac-Cgil, la categoria che riunisce i bancari e gli assicurativi di Corso Italia, con cui si punta alla creazione di un fondo di solidarietà, per complessivi 8,4 miliardi, da utilizzare per la stabilizzazione di 300 mila giovani, nell’arco di tre anni. E ancora: per le banche, l’indicazione di un tetto ai compensi degli amministratori delegati; per le imprese, un premio alle assunzioni dei giovani con un contratto nazionale. La proposta, presentata dal segretario della Fisac, Agostino Megale, si basa su «un contributo del5%sui redditi superiori ai 150mila euro», da imporre quindi su «alti dirigenti, top-manager e banchieri». Un prelievo che garantirebbe «1,4 miliardi l’anno». Andrebbe poi previsto un«intervento del governo di pari misura utilizzando una quota derivante dalla lotta all’evasione e dalla fiscalità generale ». A sostegno di un piano triennale per la «buona occupazione», che metta in campo «incentivi alla stabilità del lavoro per circa 300 mila giovani» e «un premio per le imprese che assumono giovani con lavoro stabile e contratto nazionale». Nelle banche, dice inoltre Megale, come premessa al piano per il lavoro, bisognerebbe «mettere un tetto» alle retribuzioni dei capo-azienda, riportando la «forbice rilevantissima » rispetto alla retribuzione media pro-capite ai livelli degli anni 70, quando il rapporto era di «20 a uno» mentre oggi «è salito a 104 a uno».
L’Unità 22.01.11