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"Le Asl mandano in rosso le scuole", di Alessandra Ricciardi

È come un fiume che si ingrossa, ogni giorno che passa c’è una nuova scuola che riceve richieste pressanti di pagamento da parte della Asl locale. Fatture che -dal Veneto al Piemonte alla Campania- vanno dai 100 ai 300 euro per un mese di visite mediche di controllo (circa 30 euro a visita) chieste dagli istituti scolastici. Le fatture più vecchie risalgono a gennaio 2006, mese di picco stagionale causa influenza, ed è su queste che c’è la maggior premura delle aziende sanitarie. Obiettivo: evitare che dopo 5 anni i pagamenti cadano in prescrizione. E si arriva fino a questi ultimi mesi quando vi è stata una vera impennata nei controlli. Il decreto legge 112/2008 ha infatti imposto l’obbligo delle visite fiscali nel pubblico impiego anche per un solo giorno di malattia. In media, secondo stime sindacali, gli arretrati arrivano complessivamente a 10-15 mila euro, a seconda del tipo di istituto. Un vero salasso per quelle scuole, e sono tante, che sono già in difficoltà, capace di mandare in rosso il fondo ordinario per il funzionamento. Ma gli istituti, al momento, non hanno nessuna scappatoia giuridica per sottrarsi alle richieste, visto che con una sentenza della Consulta del 2010 si è stabilito che le regioni non hanno competenza in materia.

Deve pagare lo stato centrale, che ha imposto l’obbligo, e dunque pagano le scuole. Del resto, nel caso in cui si dovesse passare alla messa in mora per mancato pagamento, il danno erariale ricadrebbe direttamente sul dirigente. Letteralmente tra l’incudine e il martello, questi, stretto tra la necessità di far fronte a spese più urgenti, quelle per il funzionamento delle scuole, e l’evasione delle fatture delle Asl. Ecco perché, nelle varie conferenze di servizio convocate d’urgenza sul territorio, molti dirigenti stanno rivendicando un intervento del ministero dell’istruzione: o si danno più fondi proprio per le visite fiscali oppure si ripristina un minimo di discrezionalità nella scelta dei controlli da fare. Perché nella lotta ai fannulloni, di cui la visita obbligatoria è un’arma, non ci siano costosi automatismi.

da ItaliaOggi 18.01.11