La riforma Gelmini dell’università è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 14 gennaio (supplemento ordinario n°11) ed entrerà in vigore il 29 gennaio 2011. Entro un anno il governo dovrà predisporre tutti i 49 decreti attuativi previsti dal testo, mentre gli atenei avranno sei mesi per riscrivere i loro statuti. È anche previsto un periodo di tolleranza di altri tre mesi, quindi ottobre, dopo il quale se i Senati Accademici e i Consigli di amministrazione non avranno predisposto lo statuto, il ministero dell’università procederà con i suoi esperti alla sua scrittura. Dopo le vacanze natalizie, tutti gli atenei stanno predisponendo le procedure con le quali eleggere le commissioni composte da 12 docenti e ricercatori più due studenti e il rettore. Il movimento No-Gelmini sta cercando di trasferire la sua opposizione in queste commissioni. Si è mossa in questa direzione l’assemblea di ateneo di Palermo che ha chiesto di sottoscrivere una petizione in cui si chiede di eleggere i membri della commissione per non lasciarli scegliere al rettore. Nella stessa direzione sembra andare la proposta di Francesco Peroni, rettore dell’Università di Trieste, che intende convocare «un’assemblea generale di ateneo», per «coinvolgere la comunità universitaria, in tutte le sue componenti». Anche il coordinamento dei professori associati (Conpass, che si riunirà a Napoli il 4 e 5 febbraio) e quello dei ricercatori (Rete 29 aprile il cui coordinamento è stato convocato a Roma giovedì 20 gennaio) hanno messo a punto un documento che si apprestano a diffondere in tutti gli atenei in cui si chiede l’eleggibilità delle commissioni. L’obiettivo di questa azione coordinata è di garantire la rappresentanza all’intera comunità accademica.
Il Manifesto 15.01.11