I precari della scuola si preparano a portare in tribunale lo Stato, aiutati dalla Cgil, che sta promuovendo una apposita vertenza, e dal Codacons, che prepara una vera e propria class action
ROMA – I precari della scuola si preparano a portare in tribunale lo Stato, aiutati dalla Cgil, che sta promuovendo una apposita vertenza, e dal Codacons, che prepara una vera e propria class action. Obiettivo: garantire un contratto a tempo indeterminato dopo anni di supplenze e sostituzioni a termine. Una recente sentenza del tribunale di Siena ha imposto la trasformazione di un contratto a tempo determinato di un’insegnante in servizio da più anni sullo stesso posto in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. E questo non è stato l’unico caso in cui i giudici hanno dato ragione ai precari Ora potrebbero scattare una valanga di ricorsi. Il Codacons ha dato tempo ai docenti di aderire (gratuitamente) alla propria class action entro il 22 gennaio, termine entro il quale, in base al Collegato lavoro, è possibile impugnare l’ultimo contratto di lavoro per chi ha tre anni di lavoro precario alle spalle. Il requisito base per partecipare alla class action è aver prestato servizio di supplenza per due anni continuativi e la richiesta è la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. A pochi giorni dal lancio dell’inizitiva, «sono già 17mila le adesioni». spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi. E aggiunge: «Si punta a far ottenere il contratto a tempo indeterminato e anche i compensi passati, equiparati a quelli dei professori di ruolo». Anche la Cgil sta operando in questa direzione, ma su singoli casi e avverte: «Si tratta di una vertenza molto complessa i cui esiti non sono certi perché allo stato attuale i pronunciamenti positivi emessi dal giudice di primo grado sono pochi». Il sindacato valuterà caso per caso. In Italia i precari della scuola sono 230mila, il 48% si trova al Sud. Per molti le cause rappresentano una speranza per poter avere il posto fisso dopo anche 20 annidi lavoro a termine.
da Il Messaggero