Rari nantes in gurgite vasto” ovvero “sperduti naviganti nell’immenso gorgo”. Così Virgilio descriveva Enea e i suoi in vista dell’approdo sulle coste laziali. Enea e il suo manipolo di donne e uomini erano degli sconfitti in cerca di un luogo dove sopravvivere. Degli autentici profughi di guerra! L’epica letteraria offusca questo dato, ma è così. Proviamo a pensare se fossero esistiti allora i respingimenti in mare. Volendo credere al mito, probabilmente Roma non sarebbe mai esistita. Di uomini e donne rifugiati o sfollati, oggi nel mondo ce ne sono oltre 43 milioni. Migranti forzati, percepiti dal nostro opulento occidente come una minaccia per il nostro benessere. Una falsità. La giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che la Chiesa celebra il 16 gennaio, dovrebbe servire, fra l’altro, a dare una corretta informazione e a smuovere le nostre coscienze. Questo popolo in fuga rappresenta solo una minoranza “fortunata” rispetto alle centinaia di milioni che invece non riescono a fuggire da guerre, persecuzioni e carestie. Fondamentale quindi mobilitarsi a sostegno di quelle organizzazioni che sostengono “l’urto” e in favore dei paesi che li accolgono. Paesi che contrariamente alla vulgata, non sono né ricchi né tutti situati nella ormai fobica Europa. Alla testa di questa classifica infatti svettano il Pakistan con quasi 2 milioni di rifugiati, la Siria con oltre 1 milione. Poi la Colombia, il Ciad, la Tanzania, il Kenya. La nostra Europa fa poco, nonostante vanti PIL stratosferici. L’Italia, poi, quasi nulla. Basti pensare che a fronte di una popolazione di 60 milioni, ne accogliamo circa 55.000, la piccola Olanda invece con 6 milioni di abitanti, ne accoglie oltre 80.000. Nel nostro Paese, inoltre, in molti vengono poi abbandonati a se stessi, come nel caso dei 150 somali che vivono nella ex ambasciata somala o degli eritrei a Ponte Mammolo o degli afghani accampati vicino al binario 15 ad Ostiense per citare realtà che conosco direttamente.
Tutto questo nonostante l’Italia aderisca alla Convenzione di Ginevra del 1951 e nonostante la nostra Costituzione all’articolo 10 tuteli i rifugiati. La famigerata politica dei respingimenti in mare dal 2008 ha ridotto la possibilità di richiedere asilo. Tant’è che l’Italia risulta essere l’unico Paese al mondo dove dal 2008 il numero di richieste è crollato di oltre il 50% a fronte di una tendenza a crescere generalizzata. C’è bisogno di modernizzare in chiave europea una legislazione che recepisca i principi espressi dalla nostra Costituzione, di sostenere le organizzazioni che operano nel mondo con l’UNHCR, di dare una mano a tutte quelle realtà che agiscono nel nostro Paese. Fra queste la Liberi Nantes, una società sportiva che in tre anni ha saputo dare un po’ di normalità e gioia di vivere a ragazzi e ragazze scappati per vivere, come fu per Enea.
da l’Unità