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"Auto, carne, energia L'inquinamento è maschio", di Andrea Tarquini

Studio svedese raffronta i consumi e le abitudini di uomini e donne. Dallo scarso uso dei trasporti pubblici alle predilezioni alimentari, fino all’attitudine al fumo e all’alcol, emerge una netta differenza di impatto ambientale tra i due sessi. La differenza tra i sessi non si misura soltanto con l’aggressività maschile, di solito superiore a quella femminile, ma nel rapporto ben diverso di uomini e donne con l’ambiente. Sono i maschi, almeno in Europa, i veri nemici dell’equilibrio ecologico. Lo afferma almeno uno studio effettuato dalla Defence Research Agency svedese, e pubblicato dalla rivista Energy Policy. Studio compiuto da due donne, Riitta Raty e Annika Carlsson-Kanyama, secondo cui per le loro abitudini alimentari, di uso dell’auto o di viaggio in genere, e di consumi gli uomini causano molto più delle donne un’alta produzione di emissioni. Soprattutto a causa della smodata passione per le automobili e il maggior consumo di carne, abitudini che sembrano accomunarli in tutto il Vecchio continente, dalla Scandinavia al Mediterraneo.

Secondo i calcoli della ricerca gli uomini, specie se single, hanno abitudini che li portano a inquinare di più. Le due ricercatrici hanno preso a confronto i dati delle abitudini e quindi dei consumi medi individuali di energia di uomini e donne in Svezia, Norvegia, Germania e Grecia. I maschi risultano ben più inquinanti delle femmine, con una forbice che si ampia quanto più ci spostiamo da nord a sud. In Norvegia, in media, la differenza di tasso d’inquinamento individuale medio è del 6 per cento in più degli uomini rispetto alle donne. Già in Germania saliamo all’8 per cento, in Grecia balza addirittura al 39 per cento. Singolarmente, anche i maschi del più importante paese scandinavo,
la Svezia di solito considerata all’avanguardia nelle pari opportunità, nella coscienza ecologica e in ogni indice di qualità della vita, non sono così attenti alle natura come le loro concittadine: rispetto a loro consumano in media il 22 per cento in più.

Il generale, il documento sottolinea che le donne in media spendono più energia per abbigliamento, igiene, salute, beni per la casa o cibo. Gli uomini invece sono grandi spreconi quanto a dispendio energetico per il maggior consumo di carne, per i trasporti, e per la produzione di alcol e tabacco causata dalla loro alta domanda. Norvegesi e tedeschi consumano nei trasporti tra il 70 e l’80 per cento di energia rispetto alle donne, gli svedesi il 100 per cento, i greci addirittura il 350 per cento in più. Le informazioni possono essere di grande interesse per promuovere modelli di consumo più efficienti, afferma Annika Carlsson-Kanyama: “Le politiche ambientali dovrebbero cominciare a distinguere tra i due sessi, e in particolare nel settore dei trasporti le campagne per la moderazione nell’uso dell’auto privata e per la priorità ai mezzi pubblici dovrebbero essere più mirate sugli uomini per dimostrarsi più efficaci”. Più mirate, come la pubblicità che ammicca spesso ai maschi suggerendo l’acquisto d’un’auto veloce e potente o di una sigaretta da veri uomini forti. Insomma, le donne hanno spesso un modello di vita e consumi più ‘dolce’ e sostenibile. A modo loro sono più preparate al futuro.

La Repubblica 14.01.11