Giorno: 13 Gennaio 2011

"Bersani per la conta, non per lo scontro", di Rudy Francesco Calvo

Con la direzione di oggi, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani proseguirà la via intrapresa con la lettera pubblicata sul Messaggero la scorsa settimana: rilanciare una piattaforma autonoma del partito, da proporre a tutte le forze di opposizione, di sinistra e moderate, per preparare un fronte comune in caso di elezioni anticipate. Un’ipotesi che per il Nazareno resta in campo, nonostante le prese di posizione di Casini e Fini in questi giorni, soprattutto se oggi la Consulta dovesse bocciare la legge sul legittimo impedimento, lasciando Berlusconi senza uno scudo giudiziario. Bersani non rinuncerà quindi alla strategia che ha portato avanti finora, ma affiancherà ad essa un impegno più deciso a favore della costruzione di un profilo chiaro del partito. «Non faremo il giro delle sette chiese per vedere se qualcuno apre le porte – ha spiegato ieri il leader dem – per noi i problemi sono tali che serve una convergenza di forze per andare oltre il berlusconismo. Noi proporremo un progetto, ognuno poi si assumerà le proprie responsabilità». Sono parole che, se ripetute …

"Basta opacità. Il Pd deve scegliere da che parte stare", di Cesare Damiano

Sulla Fiat i democratici hanno discusso, come deve avvenire in un partito aperto. Ma poi bisogna arrivare a sintesi chiare e condivise su questi che sono i veri contenuti, altro che alleanze. Oggi e domani si svolge a Torino il referendum tra i lavoratori Fiat sull’accordo di Mirafiori. Nel Pd, attorno a quest’intesa, si è sviluppato un dibattito forte che ha visto emergere un arco di posizioni, alcune delle quali contrapposte. In un partito democratico è normale che questo avvenga. Non è normale, invece, che non si arrivi ad una posizione di sintesi riconosciuta. Su questo tema la direzione del partito si deve esprimere. Definendo il proprio giudizio sui contenuti dell’intesa, sul rispetto dell’esito del referendum e, soprattutto, delineando un indirizzo chiaro su temi come la rappresentanza sindacale messa in discussione nell’accordo di Mirafiori e sul diritto di sciopero, a proposito del quale vanno chiarite tutte le possibili ambiguità interpretative: il suo esercizio non può essere impedito al singolo lavoratore. Al di là della questione Fiat, il punto è che il Pd si trova oggi …

"La fuga del sovrano", di Giuseppe D'Avanzo

Quale che sia oggi la decisione della Consulta sulla costituzionalità del «legittimo impedimento», Berlusconi può starsene tranquillo ché l´uso privatistico del Parlamento ha raggiunto il suo scopo. La prescrizione che si è acconciata da solo, azzopperà i tre processi che lo vedono imputato di corruzione (Mills), frode fiscale (diritti tv Mediaset), appropriazione indebita (Mediatrade). Intendiamoci, se fosse un imputato qualunque – «un imputato in scadenza termini», come dicono gli addetti – il tribunale stringerebbe i tempi e (per esempio) il “processo Mills”, che ha davanti un anno di tempo prima di “morire”, forse riuscirebbe a chiudersi anche in Cassazione. Così non sarà perché le intimidazioni del Sovrano, le aggressioni del sistema politico, governativo e mediatico che controlla lasciano il segno e provocano nelle toghe indecisioni e timidezze che attardano il cammino del processo più delle gimkane organizzate dagli avvocati. Dunque, il premier si salverà ancora, anche se i cinque giudici su sette che si occupano di lui, trasferiti ora ad altri incarichi, dovessero essere “applicati” (come probabilmente accadrà) fino alla fine dei processi. Da questo …

Wikileaks, il console Usa a Napoli: "Politici italiani non combattono la mafia"

I dispacci del diplomatico Truhn: «Come dice Saviano il tema della mafia assente dalla campagna elettorale». In un file anche un riferimento al Ponte sullo Stretto: «Senza strade, servirà a poco». Nuove rivelazioni che riguardano l’Italia su Wikileaks. Il sito di Assange ha pubblicato infatti alcuni dispacci inviati al governo americano da J. Patrick Truhn, console generale Usa a Napoli, che riguardano in particolare la lotta alla mafia e il Ponte sullo Stretto. In uno del giugno 2008, il diplomatico scrive che «miliardi di dollari stanziati dai governi dell’Unione Europea finiscono nelle mani delle organizzazioni criminali». «Anche se le associazioni imprenditoriali, i gruppi di cittadini e la Chiesa, almeno in alcune aree, stanno dimostrando promettente impegno nella lotta alla criminalità organizzata – è l’osservazione del diplomatico -, lo stesso non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale». SAVIANO – Nello stesso cablogramma (numero 12958), classificato come “confidenziale” e redatto il 6 giugno 2008, Truhn cita l’autore di Gomorra e parla delle elezioni e dell’assenza della lotta alla mafia tra i temi …

"Un premier irresponsabile", di Stefano Fassina

È vero che, dopo 20 anni di “Silvio”, come lo chiamano i suoi giornali, non dovremmo più stupirci di nulla. Tuttavia, colpisce la contraddizione tra le due destre ieri a Berlino. Da una parte Angela Merkel, la signora che pur illudendosi di fare da sola in Europa tenta di difendere il modello renano e mette gentilmente alla porta la Fiat quando il dott. Marchionne le presenta, per la Opel, un’offerta di acquisto viziata da pesantissimi costi sociali. Dall’altra, il nostro misero Presidente del Consiglio che sostiene la Fiat nell’ “abbandono” di Torino in caso di vittoria del “no” alle Carrozzerie di Mirafiori. Nessun Capo di Stato al mondo avrebben mai detto che «le imprese e gli imprenditori italiani avrebbero buone motivazioni per spostarsi in altri Paesi». È un’affermazione inaccettabile ed irresponsabile. Sin dall’annuncio di Fabbrica Italia, il Governo Berlusconi si è lavato le mani, invece di svolgere quella funzione di mediazione alta tra interessi economici e sociali diversi, distintiva di un governo democratico. Sin dall’inizio, ha rinunciato alla politica industriale per l’auto. Sin dall’inizio, il …

Addio al tempo pieno nelle scuole alle medie resiste una classe su cinque", di Salvo Intravaia

Lazio, Marche ed Emilia-Romagna le Regioni più colpite. Al top Basilicata, Sardegna e Calabria. Crolla il tempo prolungato alla scuola media. In meno di cinque anni, le classi che offrono mensa e lezioni pomeridiane ai ragazzini della secondaria di primo grado sono diminuite drasticamente. E addirittura quelle che offrono 37/40 ore settimanali si sono più che dimezzate. Del resto, il calo del tempo-scuola alla media era nell´aria. E adesso i dati lo confermano. «Il ministro Gelmini non ha abolito ufficialmente il tempo prolungato – spiega Angela Nava, del Coordinamento genitori democratici – ma con una serie di provvedimenti l´ha reso nei fatti sempre più faticoso. Dal 2008, non è possibile ampliare il numero totale delle classi a tempo prolungato – continua – e per attivarlo occorre formare un corso completo: prima, seconda e terza. La scuola, inoltre, deve essere in possesso di tutte le strutture adeguate: come la mensa. Quest´ultima condizione, con le pecche degli edifici scolastici italiani è quella più condizionante». E le famiglie? «Le famiglie continuano a chiedere il servizio scolastico pomeridiano che …

"Quando il governo offende gli operai", di Gad Lerner

Un presidente del Consiglio che trova naturale legittimare il proposito di Marchionne – cioè il dirottamento all’estero degli investimenti produttivi Fiat in caso di bocciatura dell’accordo di Mirafiori – si assume una responsabilità che oltrepassa il mero infortunio verbale. Conferma che l´economia nazionale si ritrova a fronteggiare disarmata, sguarnita della minima tutela politica, la contesa globale. Siamo di fronte alla resa vergognosa di un governo già rivelatosi incapace di pretendere da Marchionne, com´era suo dovere, le informazioni puntuali sul suo fantomatico piano industriale senza le quali mai Obama avrebbe concesso il via libera all´operazione Chrysler negli Usa. Le stesse garanzie in assenza delle quali la cancelliera tedesca Merkel pochi mesi fa stoppò l´intesa tra Fiat e Opel. Così si comportano delle istituzioni pubbliche rispettabili. Con l´aggravante che Berlusconi si genuflette di fronte all´azzardo della più grande industria del suo paese, incurante del danno arrecato agli interessi nazionali. Perché qui non è più in gioco soltanto, e non sarebbe poco, la tutela del posto di lavoro di migliaia di lavoratori, ma l´intera struttura produttiva di una …