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Così i tribunali suppliscono al deficit della «politica vera», di Luigi Manconi

La soluzione ideale sarebbe una legislazione prudente e non invasiva rispettosa della sfera più intima della persona ma in questo momento una simile legge è irragiungibile. Le parole di Pio XII Nel ’57 il Papa parlava di «soppressione del dolore» consentita. Il felice tempismo, se così si può dire, della sentenza del tribunale di Firenze che ha accolto la richiesta di nomina di un “amministratore di sostegno” per far rispettare le Direttive anticipate di volontà di un cittadino segnala uno dei molti paradossi italiani. Mentre il centrodestra affida al ddl sul Testamento biologico – sciaguratamente presentato come una sorta di “test sui valori” – il compito invero assai poco valoriale di puntell re il proprio traballante governo, la volontà dei cittadini va in tutt’altra direzione. E trova ascolto, provvidenzialmente, nei tribunali.
Provvidenzialmente, anche se sarebbe preferibile una diversa soluzione: ovvero una legislazione prudente e non invasiva, limitata nelle sue facoltà e non prescrittiva, rispettosa della sfera più intima della persona e del principio dell’autonomia individuale. Ma una simile legge, con gli attuali rapporti di forza parlamentari, appare irraggiungibile: ed è altamente probabile che, in sua vece, ne venga varata una totalmente opposta. Ovvero una normativa (già approvata al Senato) autoritaria e illiberale, statolatrica e, in ultima istanza, immorale, prodotto dell’ideologia di un centrodestra che si vorrebbe ironia della sorte e dell’ignoranza liberale e “cattolicissimo”. Un centrodestra, fatto di “atei devoti” e simoniaci, che piega i temi etici alle urgenze del mercato politico; e che ignora come, ad esempio, Pio XII, e già nel 1957, pronunciava parole quali queste: «La soppressione del dolore e della coscienza per mezzo dei narcotici è permessa dalla religione e dalla morale al medico e al paziente, anche all’avvicinarsi della morte e se si prevede che l’uso dei narcotici abbrevierà la vita? Se non esistono altri mezzi e se, nelle date circostanze, ciò non impedisce l’adempimento di altri doveri religiosi e morali: Sì».
Si confrontino queste parole con quelle del centrodestra e con quelle di molti “cattolici ubbidienti” e di alcuni alti prelati e si misuri la regressione intellettuale in atto. Che è anche regressione morale: e proprio perché quel Papa così controverso, in ragione anche di una personalità particolarmente tormentata, rivelava in ciascuna di quelle parole tutta la drammaticità delle scelte di “fine vita”, che i futili “atei devoti” contemporanei non riescono a cogliere. In presenza di una simile protervia di gran parte del Parlamento e di un così vistoso deficit di politica vera è inevitabile che sia l’amministrazione della giustizia a svolgere una funzione di supplenza. Tanto più che la domanda dei cittadini è particolarmente intensa e diffusa.
Un paio di anni fa le associazioni A Buon Diritto e Luca Coscioni raccolsero in poche settimane migliaia e migliaia di Testamenti biologici, compilati e inviati online. Per questo la sentenza di Firenze è così importante. E non è la sola. Recentemente, nell’ottobre del 2009, il giudice tutelare del tribunale di Cagliari ha provveduto alla nomina di una “amministratrice di sostegno” in conformità alle richieste della ricorrente. Se istanze simili si moltiplicassero, sarebbe assai difficile, anche per il più sprezzante dei parlamenti, ignorare tale giurisprudenza.

L’Unità 13.01.11