Il presidente Napolitano aveva appena detto che sul caso di Cesare Battisti non ci eravamo fatti capire all’estero e Clemente Mastella, ministro della Giustizia dell’ultimo governo di centrosinistra (ma ora parlamentare europeo per il Pdl), ha subito provveduto a dargli ragione. In un’intervista al Corriere della Sera l’ex Guardasigilli racconta che già nel 2006 aveva affrontato con il collega francese Pascal Clement il caso: «Gli dicevo che la dottrina Mitterrand non poteva riguardare un delinquente che aveva ammazzato quattro innocenti…»
Giusto. Peccato che nel 2006 Battisti fosse già ben lontano dalla Francia, da dove era fuggito nell’agosto 2004 proprio a seguito dell’estradizione che i giudici francesi avevano riconosciuto fondata e legittima in ogni grado di giudizio. Non basta. Nel respingere l’ultimo ricorso di Battisti, il Consiglio di Stato della République, nel 2005, aveva motivato l’estradizione proprio con la «dottrina Mitterrand» che prevedeva l’espulsione dei rifugiati colpevoli o complici di «crimini di sangue».
A leggere Mastella si capisce bene come siano nati i tanti casi Battisti: nel governo italiano si parla di vicende che nessuno conosce. Come spiegarle e farsi capire all’estero?
La Stampa 11.01.11