Rieccoli «i comunisti». Alfonso Signorini gli fa da spalla e Berlusconi rispolvera il vecchio repertorio per spedire avvertimenti anche alla Lega. Il Carroccio pronto a flirtare in solitudine con il Pd per portare a casa il federalismo? Anche se il democratico Chiti mette le mani avanti («Bossi e Calderoli diano una risposta sulle nostre proposte alternative, anziché darci i numeri sui giorni, le ore e i minuti nei quali un provvedimento debba concludersi »), Silvio sospetta dialoghi sotto banco. Così rimette in piedi il Muro di Berlino e, con la scusa dei comunisti, bacchetta il Carroccio.
Perché – spiegano i suoi – «non è che uno si alza la mattina e tratta autonomamente con l’opposizione». Questa scelta si può anche fare, concedono, “ma dev’essere la maggioranza a deciderlo e non la Lega per conto proprio». Lo show Berlusconi-Signorini, andato in onda ieri sera su Canale 5 è stato un «parlare a nuora perché suocera intenda».
E un modo, anche, per «riposizionare comunicativamente il centrodestra» nel tentativo di mettere in ombra le divisioni che lacerano la maggioranza. Tensioni non sopite quelle con la Lega. Costretto a fare marcia indietro sulle elezioni a marzo, il Carroccio è pronto a chiedere conto a Silvio dell’ ultima promessa: l’Election day per politiche e amministrative.
«Se la maggioranza allargata non decolla e il governo si impantana, voteremo a maggio», parola data dal Cavaliere al Senatur negli ultimi giorni. Berlusconi vorrebbe andare avanti ad ogni costo, però. «L’interruzione della legislatura la considera una sconfitta – spiegano i fedelissimi – Una vittoria elettorale, poi, è più che probabile ma mai certa». Ad Arcore circola lo spettro «dell’imponderabile».
Del «precedente» dello spagnolo Aznar che «aveva il successo in tasca e dopo gli attentati di Madrid venne sconfitto da Zapatero». Ma è con l’incognita Lega che bisogna fare i conti. Incamerato il federalismo, infatti, Bossi potrebbe staccare la spina, anche in funzione della competizione che c’è al Nord tra Lega e Pdl. Il sospetto, in sostanza, è che il Senatur non abbia alcun interesse a rafforzare oltremisura né l’amico Silvio, né il governo.
Scherza, ma non troppo, il pdl, Giorgio Stracquadanio. «Noi siamo liberali, mentre i leghisti sono un po’ comunisti, nel senso che vogliono dare tutto il potere ai comuni…». I «comunisti», quindi. «Esistono, eccome », garantisce Silvio. Signorini, il conduttore «gossipparo» di Kalispera mostra una fotografia di D’Alema e moglie, scattata a Saint Moritz, servendo al premier la domanda sugli ex Pci che trascorrono le vacanze da vip, indossano cachemire e vanno in barca a vela.
«I nostri post-comunisti fanno finta di avere abitato su Marte – s’infervora Silvio – Ma non hanno mai fatto i conti con il loro passato». Berlusconi – sicuro che «nella Cina di Mao bollivano i bambini per concimare i campi» – ricostruisce ad Arcore la cortina di ferro. Un po’ contro Bersani e D’Alema, un po’ contro Calderoli e Bossi. Anche Casini tra i nostalgici dell’Unione sovietica se l’Udc non dovesse dare una mano al liberalissimo Silvio? A Villa San Martino Fini è considerato un brezneviano ormai da tempo. Quando il capo, del governo, ieri, ha pronunciato il nome di Santoro, Signorini ha suggerito, con aria scandalizzata, che il conduttore di Annozero «veste Armani».
In una intervista recente aveva rivelato che «Berlusconi è un liberale» perché dopo il suo «outing » (una esplicita dichiarazione di omosessualità, ndr.) «mi disse solo: i nostri binari non si incroceranno mai». I comunisti? «È vero si sono imborghesiti – insiste il Cavaliere, invidioso nullatenente – indossano capi firmati, scarpe fatte su misura, pasteggiano a caviale e champagne, ma sono sempre gli stessi».
Anzi, no. Perché una volta «andavano nelle case del popolo, mentre adesso frequentano i salotti più chic».Come ieri, però, «mistificano la realtà e demonizzano l’avversario cercando di farlo fuori». Contro Silvio, ad esempio, utilizzano «i magistrati a loro vicini ».
«Mi considerano un ostacolo per arrivare al potere», lamenta il Cavaliere. «Con il ciuffolo» che Berlusconi lo permetterà, zufola Signorini. «Sono gli italiani, per fortuna, chenonsi riconoscono in questa sinistra », rassicura Silvio. «Un fantastico repertorio – dichiara il Pd, Antonio Misiani – Peccato che il premier non trovi mai la maniera di parlare dei problemi degli italiani, che sono tanti, a cominciare dalla disoccupazione per proseguire con le tariffe dei servizi che aumentano senza sosta ». Ecco, i soliti «comunisti”.
L’Unità 06.01.11
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Berlusconi show contro i “comunisti”:
“Sempre uguali, vogliono farmi fuori”
Il premier parla in tv da Signorini “Questa sinistra non cambia mai, anche se oggi veste in cachemire”
«Massimo D’Alema va in vacanza a Saint Moritz con la moglie e veste con il cachemire? È solo un imborghesimento comune alla sinistra, in particolare agli ex comunisti che, anche se hanno cambiato il nome al partito restano tali e hanno un unico obiettivo: prendere il potere eliminando Silvio Berlusconi con l’ausilio dei pm». Il Presidente del Consiglio è convinto dell’esistenza di questo disegno e lo ha spiegato in collegamento telefonico con Kalispera, la trasmissione di Alfonso Signorini.
È stato il conduttore a stimolare il premier, mostrandogli la fotografia di D’Alema in vacanza con la moglie a Saint Moritz, località turistica un tempo cara all’avvocato Agnelli. «Non è un cachemire – ha detto Berlusconi – che può cambiare il cervello e il cuore della gente. I nostri post-comunisti fanno finta di avere abitato su Marte e dicono anche di non essere mai stati comunisti, ma non hanno mai fatto i conti con il loro passato e con gli orrori di una ideologia spaventosa. Ricordiamo sempre che è stata l’ideologia più disumana e criminale della storia dell’uomo che ha prodotto solo miseria e disperazione e più di 100 milioni di morti».
È caduto il muro di Berlino, l’Urss è un ricordo del ’900 ma per Berlusconi, in Italia «i comunisti esistono eccome» e continuano a fare ciò che hanno sempre fatto: «Mistificano la realtà, demonizzano l’avversario, cercando di farlo fuori, come fanno con me, utilizzando i magistrati a loro vicini, perchè mi considerano un ostacolo da eliminare assolutamente per arrivare al potere». Un traguardo che non raggiungeranno, non tanto perchè, come ha osservato Signorini «con il ciuffolo» che il premier glielo dà, ma perchè, come ha precisato Berlusconi «sono gli italiani, per fortuna, che non si riconoscono in questa sinistra». Il cambio del nome e l’imborghesimento dei dirigenti come D’Alema ma anche di Santoro («veste Armani» ha sottolineato Signorini) e Beppe Grillo sono solo operazioni di trasformismo: «I comunisti italiani hanno pensato che bastasse cambiare il nome del partito per cancellare il passato. Hanno cambiato il nome più volte ma il trucco non ha funzionato perchè sono sempre gli stessi, con gli stessi pregiudizi, con lo stesso modo di fare politica. È vero si sono imborghesiti, indossano capi firmati, scarpe fatte su misura, pasteggiano a caviale e champagne, ma sono sempre gli stessi». L’unica differenza, ha precisato, è che una volta «andavano nelle case del popolo, adesso frequentano i salotti più chic».
In un comizio per una campagna elettorale, raccontando di avere abitato in via Volturno a Milano, davanti alla storica sede del vecchio Pci, aveva sottolineato «sono sempre stato dall’altra parte». Oggi, stimolato da Signorini ha assicurato di non avere mai avuto rapporti con una donna di sinistra: «Mai! Posso giurarlo!». E su Veronica Lario che, secondo il conduttore «è diventata un’icona della sinistra» il Cavaliere ha preferito glissare: «Su questo argomento mi astengo».
La Stampa 06.01.12