In genere certe storie si capiscono dopo. Quando tutto è finito. E la fine, o almeno qualcosa che assomigli a una “finis regni”, è da tempo nell´aria, nonostante tre o quattro voti di maggioranza. Spiace qui dover utilizzare un tono oracolare.
E non solo perché il vaticinio sull´esaurimento del ciclo berlusconiano è sempre andato a buca. Ma ancor più dispiace ricorrere a questo timbro vagamente apocalittico perché la materia è quella che è. Materia bassa. Pettegolezzo. Gossip. Più precisamente: un´eventuale “tresca”, cioè un intrico amoroso e/o carnale. E presidenziale, tanto per cambiare. Ma da lanciare in una direzione esattamente opposta a quella che finora ha visto il Cavaliere alle prese con minorenni marocchine, o napoletane, escort baresi o reggiane. E quindi: a quale figura accoppiare, sia pure ipoteticamente, Berlusconi per ripulirlo da quel genere di frequentazioni? Facile: a una quarantenne di sinistra.
La potenza del gossip sta nell´ambigua concisione e nell´intensità allusiva, oltre che evocativa. Ecco quel che si è potuto leggere lunedì 3 gennaio su Dagospia: “Tra i botti di Capodanno, questa chicca da neurodeliri. Dicono che Berlusconi abbia un flirt con una quarantenne di sinistra”. Stop. Dopo di che la vita prosegue, con le sue indispensabili vicissitudini. Due giorni dopo, in un contesto di iper intrattenimento politico, dinanzi a un pubblico di oltre due milioni di telespettatori, su una rete Mediaset, il conduttore Alfonso Signorini, formidabile gestore di gossip e come tale riconosciuto stratega mediatico berlusconiano su faccende obiettivamente delicate (Noemi e Marrazzo) riceve – non si può pensare a sorpresa – una telefonata dal capo del governo e proprietario della sua tv, e gli fa dire sostanzialmente due cose.
La prima è che i nemici di Berlusconi, pur restando feroci comunisti, sono ormai stati conquistati e oggi appaiono in balia dei beni di consumo e di lusso che i loro padri identificavano come quelli tipici dei padroni. Costose barche (vedi foto di D´Alema), vacanze a Sankt Moritz (vedi ancora D´Alema), morbide scarpe su misura (qui D´Alema era presente in spirito), caviale, champagne, indumenti di cachemire. Il che, sia pure in parte, è dolorosamente e sciaguratamente acclarato. Ora, riguardo alle spietatezze del comunismo, Berlusconi, che fece affari anche con l´Urss, può sempre chiedere delucidazioni al suo amico Putin. Mentre rispetto al cachemire, a torto o a ragione, occorre riconoscere che nessun politico più di Bertinotti funziona come possibile testimonial. Ma anche in periferia, certo in forme meno innocenti, l´imprenditore che presentava al Cavaliere tante belle ragazze, Tarantini, risulta dagli atti aver regalato un cappotto di cachemire grigio al dalemiano amministratore Frisullo.
Ma molto più interessante, almeno per chi voglia applicarsi alla fabbrica del gossip e alla coltivazione dell´immaginario nel tempo della post-politica, è la seconda cosa che Berlusconi sul finire della telefonata si è fatto domandare da Signorini. Se ha mai avuto flirt, appunto, con donne di sinistra. Risposta: no, mai, «posso giurarlo». Siamo ovviamente assai distanti dalle antiche e in fondo tenere relazioni proibite tra onorevoli comunisti e deputate missine di cui si sussurrava nel Transatlantico di Montecitorio. Va da sé che al giorno d´oggi le operazioni di gossip ancora non si certificano dal notaio. Ma lo schema che qui si vorrebbe temerariamente ipotizzare è che se la noticina di Dagospia sulla quarantenne di sinistra corrisponde alla semina, e la domanda concordata di Signorini indica la maturazione del messaggio, la risposta negativa del Cavaliere, quel manicheismo sessuale e rinforzato produce sulla fantasia di quei due milioni di consumatori di spettacoli politici un effetto molto più vario, complesso e sofisticato di quanto si possa in prima battuta immaginare.
Da qui a concludere che il Cavaliere si sia cotto, servito e mangiato un gossip per così dire casereccio il passo è breve, ma non verrà compiuto. Eppure, anche se non esiste, o forse proprio perché non esiste, la quarantenne di sinistra, magari con la gonna lunga e le scarpe basse, è lo stesso e comunque una risorsa, forse pure riequilibratrice delle smanie senili, delle abitudini orgiastiche e a quel che si è letto anche a pagamento. Inoltre: «Quando le ideologie e i programmi non funzionano più, giacché non mobilitano più né l´interesse né la passione collettiva – scrive Vincenzo Susca in Gioia tragica (Lupetti, 2010) – gli spin doctor modificano la narrazione e così la scena istituzionale si trasforma nel set di una soap opera». In questo il gossip, nella sua variante “marketing oriented”, è decisivo. Ma alla lunga anche rischioso perché la posta in gioco per conquistare l´attenzione si alza ogni giorno di più. Di solito certe storie strane si capiscono quando è troppo tardi, oppure quando non ce n´è più bisogno.
La Repubblica 06.01.11