Le eclissi sono imprevisti che vanno corretti. Questa è l’interpretazione che ricorre nelle tradizioni antiche e nelle culture indigene. Per i tartari dell’Altai è un vampiro che ha occupato la luna. Per gli armeni di tradizione persiana si tratta di una vacca primordiale che si è frapposta tra sole e luna. Per gli eschimesi si tratta di un incesto tra pianeti. Nella Mesoamerica di tradizione Maya l’eclisse era un momento estremamente critico. Se la luce della luna o del sole va via, è la vita che se ne va.
La risposta di molti popoli amazzonici è ancora una gran confusione, ci si mette a urlare e a lanciare frecce contro la luna, si fanno cose che manifestano un disordine del mondo: dall’orgia rituale all’inversione dei ruoli, a una angoscia generalizzata. E si mettono in atto rituali per ristabilire l’ordine interrotto, come se si dovesse rimettere in moto il procedere del mondo, rituali di circoambulazione per accompagnare di nuovo la luna nel suo giro. È importante però proteggere dagli effetti nocivi dell’eclisse alcuni animali, le donne incinte, i raccolti. I sumu del Nicaragua impediscono alle donne incinte di guardare la luna, altrimenti il bambino che nascerà sarà una lepre, secondo l’antica idea azteca che la luna abbia una faccia di lepre.
Tutto ciò sembra un retaggio di una maniera spaventata di rapportarsi con gli astri e gli elementi, deriva di un mondo magico che ci siamo lasciati alle spalle. In realtà come spiega Wittgenstein nelle sue Note sul «Ramo d’oro» di Frazer tra la nostra credenza nelle statistiche e la pratica di osservare gli astri per prevedere il futuro c’è ben poca differenza e i risultati spesso sono analoghi.
Tempo fa un gruppo di scienziati, dei premi Nobel addirittura, firmò un appello contro l’Astrologia sostenendo che era una vergogna che la gente venisse turlupinata in questa maniera. Un grandissimo filosofo della scienza come Paul Feyerabend rispose con un saggio graffiante e dettagliato in cui dimostrava che la scienza era una tradizione rispettabilissima, ma pur sempre una tradizione che si basava su alcuni assunti non dimostrabili e non dimostrati. E che dal punto di vista della coerenza interna divinazione e razionalità avevano la stessa dignità.
D’altro canto chi negherebbe oggi che ci deve essere qualche tipo di effetto di ciò che la luna e il sole fanno sulla vita degli umani? Se crediamo che le maree esistono, se crediamo che le coltivazioni sono affette dalle fasi lunari e se diciamo di uno strano che è “lunatico”, un motivo deve pur esserci. Ovviamente una diffusa lettura psicologica vorrebbe convincerci che tutto ciò ha che fare con l’auto-illusione e l’effetto placebo delle fulfilling prophecies. Come se tutto avvenisse nella nostra testa e il mondo esterno non avesse nessuna influenza su di noi.
Strana deriva questa di una idea di razionalità che ci ha chiusi nella nostra testa e che ci impedisce, dopo secoli di ricerca, di riconoscere il mondo circostante.
da www.ilsole24ore.com