“Ci ha messi al centro della scena”. Dai partiti applausi bipartisan. Polemica del Carroccio sui 150 anni dell´Italia Borghezio: “Unita dalla mafia”. Berlusconi chiama il Colle. Bersani: “Il Quirinale pone in primo piano i problemi reali”. Il discorso di fine anno di Giorgio Napolitano è piaciuto a quasi tutti. Alle forze politiche, con l´eccezione polemica della Lega sempre in prima fila per le elezioni anticipate, ma in particolare ai giovani studenti che hanno contestato la riforma Gelmini sull´università. Il richiamo a loro ha commosso i ragazzi. «Ci ha messo al centro della scena. Vuol dire che abbiamo proprio ragione, non è una nostra impressione – dice Claudio Riccio, uno dei 12 delegati che il 22 dicembre fu ricevuto dal presidente della Repubblica -. E il fatto che abbia dedicato a noi il suo intervento significa che siamo riusciti a modificare il dibattito pubblico. Un´impresa assolutamente non facile».
La politica tira le parole del capo dello Stato dalla parte che più fa comodo a ciascuno. Evitando clamorose forzature, fatta salva la posizione di Umberto Bossi che critica il capo dello Stato per un´omissione: «Poteva dire una parola sul governo e non lo ha fatto». Poi precisa sulle celebrazioni unitarie: «Il modo migliore di ricordare i 150 anni dell´Unità d´Italia sarebbe fare la controstoria e raccontare la verità su quello che avvenne allora». Una controstoria che per Mario Borghezio è già scritta e non è certo in linea con quella tratteggiata dal capo dello Stato venerdì sera: «L´Italia l´ha unita la mafia».
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha seguito la trasmissione a reti unificate ad Arcore e subito dopo ha chiamato Napolitano per fargli gli auguri. «L´ho apprezzato – è stato il suo commento – . Ha sollevato molte questioni reali». A Napolitano sono giunte anche le telefonate di Pier Luigi Bersani, di Scalfaro e Ciampi, dei presidenti delle Camere Schifani e Fini, di Gianni Letta, del segretario Cgil Camusso.
Bersani ha ringraziato Napolitano: «Ci ha regalato verità di cui abbiamo estremo bisogno. Siamo di fronte a problemi gravi. Noi accettiamo la sfida come forza di opposizione che agisce pensandosi come forza di governo». Per il segretario del Pd «unità del Paese, stabilità e crescita sono obiettivi stringenti da raggiungere con una politica che rafforzi la sua dignità e il suo ruolo, producendo un impegno per le riforme e rigorosi comportamenti. Solo in questo modo – spiega Bersani – libereremo la strada alle nuove generazioni e non faremo gravare sul loro futuro le nostre inadempienze».
Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto elogia «il presidente sopra le parti». Dice Schifani: «Colto con esattezza l´animo del Paese». Per Fini «l´invito è quello di uscire dal frastuono e dal calcolo tattico». Di Pietro si unisce all´allarme del capo dello Stato: «Lo condividiamo, giusta la sottolineatura della disuguaglianza del reddito. Noi però come forza politica dobbiamo indicare il responsabile dello sfascio: questo governo». Lorenzo Cesa dell´Udc sottoscrive le parole del Quirinale: «Senza futuro per i giovani non c´è futuro per l´Italia». E Camusso commenta: «È molto positivo che in un momento difficile siano arrivate parole di speranza per i giovani».
La Repubblica 02.01.11