«Portiamo in piazza l’indignazione di una generazione» di Roberto Iovino
«Grideremo “noi non siamo sfiduciati” mentre in Parlamento si deciderà il futuro di questo governo: per cambiare l’Italia pochi voti non bastano. Serve ricostruire un senso comune». Nel buio della democrazia italiana uno spiraglio di luce c’è. Oggi da nord a sud, a prescindere dall’esito del voto di fiducia, le piazze del nostro paese saranno piene di studenti e studentesse, e questo rappresenta un fatto politico nuovo. Come nuova è l’idea di partecipazione popolare che abbiamo praticato lungo tutto l’arco di questo autunno, non solo manifestazioni “contro” ma una riappropriazione reale della politica, parola troppo spesso associata alla compravendita di parlamentari e a scandali sessuali. In Italia c’è un fatto nuovo, gli studenti e le studentesse hanno suonato la sveglia ad un paese da anni atrofizzato dal berlusconismo come dottrina del controllo e del consenso. Abbiamo posto sul piatto l’indignazione di un’intera generazione, decisa a costruire un’alternativa alla fuga, a denunciare lo sfruttamento esistenziale a cui ci condanna la precarietà, a urlare a squarciagola il vuoto di senso in cui versano scuola e università. Non …