Anno: 2010

"La partita comincia ora", di Ezio Mauro

Con tre voti di maggioranza, strappati in extremis ai finiani nell´ultima compravendita notturna, Berlusconi rimane a Palazzo Chigi. Ma per fare che cosa? Quel margine precario, appeso a mille promesse impossibili, nel giorno per giorno non consentirà al Premier di far approvare più nulla. Ma a Berlusconi i voti non servono per governare: gli servono per comandare. Ieri li ha avuti, e tanto gli basta. La politica può aspettare, il Paese anche. Per il Cavaliere era più importante la prova di forza con Fini, sulla fiducia. L´ha vinta e, letteralmente, questa vittoria per lui non ha prezzo. Ma da oggi, l´opposizione conta un partito in più, e comperando i pontieri il Premier ha divorato anche l´ultimo ponte coi finiani. L´unico modo per sopravvivere davvero alla vittoria di ieri, è allargare la maggioranza all´Udc. Ma Casini non ha alcuna convenienza a cambiare una linea costruita negli anni, e dirà di no. La Lega aspetta di intascare il federalismo, e dà i 30 giorni a Berlusconi. O riesce a catturare Casini, o si andrà al voto. Dunque …

"Un Paese sconfitto" di Concita De Gregorio

Da dove vogliamo cominciare? Dai leghisti in aula avvolti nel Tricolore o dalle auto in fiamme e i novanta feriti nel centro di Roma, dagli pseudo manifestanti che difendono l’idv «Scilipoti dallo strapotere delle banche» e plaudono al suo sostegno al governo e alla sua liberazione dal bisogno o da quegli altri (manifestanti?) che tranquillizzano proteggendolo col braccio il finanziere che in strada impugna la pistola? O forse dalla fine, dal bacio di Berlusconi a Casini e quel che racconta e promette? Il governo ottiene la maggioranza alla Camera per tre voti 311 a 314 e da qualunque parte la si guardi, la giornata campale di ieri, da qualunque fotogramma si decida di partire è una giornata cupa, grottesca, ridicola, misera, a tratti tragica: in strada tragica. È la giornata della sconfitta: la giornata che segna la sconfitta della politica intesa come confronto di idee e di progetti, l’unico modo lecito di intenderla, la sconfitta di un paese che esibisce al mondo intero come successo la tenuta di un governo che compra col denaro e …

"Violenza annunciata", Giuseppe D'Avanzo

La violenza, alla fine, è diventata l´unica realtà di una giornata che ha visto manifestare a Roma gli aquilani senza ricostruzione, i napoletani senza diritto alla salute, minacciati da tonnellate di rifiuti, e soprattutto – in decine e decine di migliaia – gli studenti senza futuro, agitati dalla riforma Gelmini. Una rappresentazione dunque del disagio, dell´insicurezza di un Paese che non riesce più a farsi ascoltare, che non trova più alcuna linea di condivisione tra se stesso e chi lo governa; un Paese abbandonato, dimenticato, smarrito nelle nebbie di un illusionismo mediatico che riscrive la realtà reinventandola con una narrazione spettacolare dove l´Aquila è stata già ricostruita. Napoli è stata già pulita; scuola, università e ricerca sono state già risanate dalle innovazioni del ministro. Il racconto autocelebrativo e bugiardo semina in chi lo subisce – e, subendolo, è ridotto al silenzio – rancore, risentimento, rabbia. Sentimenti che in questi lunghi mesi – per Napoli e L´Aquila, anni – sono rimasti freddi, sotto controllo e non hanno mai prodotto brutalità perché lucida è la consapevolezza che …

"Un muro tra il Palazzo e la strada", di Miguel Gotor

Il fatidico 14 dicembre consegna uno scenario prevedibile, quello di un “governo Cepu” costretto a tirare a campare, almeno fino al pronunciamento della Consulta. Piuttosto la novità è un’altra ed è giunta inattesa: Roma è stata messa a ferro e fuoco e vive ore che sembrano staccate da un album di fotografie del 1977. Con una differenza però: allora il bersaglio erano il Pci e i sindacati, la Democrazia cristiana e i fascisti, oggi lo è il Palazzo nella sua interezza come metafora della politica. I deputati, dopo il voto alla Camera sulla sfiducia al governo, sono rimasti asserragliati in Parlamento e purtroppo non esiste immagine più adatta per descrivere la situazione attuale. Certo, la crisi economica che si prolunga induce a radicalizzare il conflitto sociale. Certo, la mancanza di un gruppo parlamentare alla sinistra del PD in grado di offrire rappresentanza istituzionale a quanto di tumultuoso si agita nella società non fa che aumentare le difficoltà presenti, ricordandoci gli ultimi sciagurati effetti di un bipolarismo forzoso, imposto con l’inganno del voto utile. Ma il …

"Torna in pista il ddl Gelmini. Con i tempi contingentati", di Ro. Ci.

Oggi la conferenza dei capigruppo. Martedì prossimo la legge in Aula. La Flc Cgil: ritirare il provvedimento. La conferenza dei capigruppo al Senato è stata convocata stamattina per incardinare la riforma Gelmini dell’università. Il giorno prescelto per la discussione generale sul provvedimento sarà con ogni probabilità martedì prossimo. Il voto finale dovrebbe essere previsto per il giorno dopo. La decisione è stata annunciata a poche ore dalla fiducia che il governo ha ottenuto alla Camera, rispettando l’intesa raggiunta in una precedente riunione dei capigruppo di palazzo Madama mercoledì 2 dicembre. Le violente polemiche che hanno contrapposto ieri il Popolo della libertà al gruppo di Futuro e Libertà a Montecitorio non hanno dissolto il clima d’intesa maturato durante l’iter sofferto, polemico e interminabile del Disegno di legge che cambierà il profilo e la sostanza dell’università italiana. In controtendenza rispetto ad una maggioranza che si è appena dissolta, e a un governo in grave crisi di direzione politica, quello dell’università resta un terreno dove è ancora possibile trovare un accordo e un consenso tra l’opposizione (quella dei …

"Il muro tra politica e Paese", di Mario Calabresi

La politica chiusa nel Palazzo consuma la resa dei conti che aspetta da mesi: grida, si insulta, si conta e poi festeggia. Fuori la città brucia. Le porte del Palazzo vengono sprangate, a separare due mondi che sembrano vivere in galassie lontane anni luce. Le colonne di fumo, le esplosioni, il clangore degli scontri, i sampietrini che volano, i caschi, le mazze, ci parlano naturalmente del passato, ci fanno pensare agli Anni Settanta, ma non è lì che dobbiamo andare per capire. Meglio guardare a Londra, ai ragazzi che assaltano le banche, che colpiscono l’auto di Carlo e Camilla, alla Grecia dei fuochi in piazza, a tutti i giovani fuori controllo che non hanno più nessun rapporto con i partiti e le loro mediazioni ma puntano allo sfascio, convinti di avere il diritto di sfogare in piazza la rabbia per una vita che si preannuncia precaria. Le immagini di Roma fanno spavento e raccontano in modo esemplare la distanza tra una politica rinchiusa in se stessa, nei suoi riti più deteriori, e un Paese che …