Anno: 2010

"Sorpresi da una precipitazione annunciata", di Luca Mercalli

Una banale nevicata diventa «una scintilla che fa esplodere una società sempre sull’orlo del collasso». La Stampa, 18 dicembre 2010 Appennino Pistoiese, è mezzanotte di giovedì, la luna splende in un gelido cielo, non c’è da credere che domani nevichi, ma si sa, oggi le previsioni meteo sono quasi infallibili. A guardar bene c’è un sottile velo di cirrostrati che avanza da occidente, appena un alone attorno alla luna, eccolo lì l’indizio. Alba di venerdì 17, cielo plumbeo e primi fiocchi, alla stazione di Prato comincia a imbiancare per terra. Treni in ritardo, anche il mio intercity da Napoli, dove tuttavia non nevica e ci sono tre gradi. Passato l’Appennino i prati sono verdi, a Bologna termometro a meno quattro, qualche fiocco svolazzante e altri treni in ritardo. La neve ricompare a Forlì e a Rimini ce ne sono dieci centimetri, un paesaggio fiabesco che prosegue lungo un ceruleo Adriatico fino in Puglia, dove però la nevicata si era fatta vedere soprattutto mercoledì e giovedì: a Bari appena una spruzzata. E non è certo la …

"Ddl Gelmini, un mostro chiamato riforma", di Walter Tocci

Sciolgo volentieri il dubbio di Tommaso Nannicini sul giudizio del Pd in merito al ddl Gelmini. Esso incide con forza nella direzione sbagliata e rientra sicuramente nel caso c) della sua tavola dei giudizi. A parole promette valutazione, nei fatti produce solo burocrazia. È un tipico esempio del format berlusconiano delle leggi-manifesto che in 15 anni hanno prodotto ottimi slogan mediatici e aggravato i problemi, come è sotto gli occhi di tutti. Il testo è composto di 171 norme, che diventeranno più di 500 con le deleghe e richiederanno 1000 regolamenti attuativi e ben 47 decreti del governo. I professori passeranno le loro giornate a scrivere regolamenti e a interpretare le nuove norme, d’altronde non avendo soldi per la ricerca potranno dedicarsi a tempo pieno alla burocrazia. Le università saranno bloccate per almeno due anni a metabolizzare l’indigestione legislativa. Anche la legge Moratti venne presentata come la riforma epocale della meritocrazia. Le degenerazioni dei corsi e delle sedi sono cominciate proprio mentre si approvava quel provvedimento, passato come acqua fresca sui difetti dell’accademia. E certo …

"Uniti oltre il senato", di Roberto Ciccarelli

I ricercatori anti-riforma continueranno a rifiutarsi di insegnare gratuitamente. Le proteste contro la riforma Gelmini dell’università non termineranno con la sua approvazione al Senato. I ricercatori manterranno la loro indisponibilità ad insegnare gratuitamente e non escludono di adottare altre forme di dissenso quando la riforma verrà tradotta in regolamenti e decreti. Quelli di Tor Vergata hanno nel frattempo espresso la loro indignazione «per il vergognoso trattamento subito da tutti i fermati» durante la manifestazione di martedì a Roma, insieme alla solidarietà per Gerardo Morsella, matematico trentasettenne, anche lui fermato ingiustamente e poi rilasciato. «Penso che quella di martedì sia stata un’enorme esplosione di indignazione – afferma Alessandro Ferretti, fisico e membro della rete 29 aprile – catalizzata dalla contigente e indegna votazione sulla fiducia al governo, ma anche da anni di malgoverno e dall’insofferenza per la pessima distribuzione della ricchezza e del lavoro nel nostro paese. Spero che i giovani non restino abbacinati dalla sensazione liberatoria dovuta allo sfogo di una rabbia repressa e continuino a mobilitarsi con la stessa forza e maturità che hanno …

"E l´Ara Pacis diventa un palco per le auto", di Francesco Merlo

Non c´è nemmeno un Andy Warhol alla vaccinara, una versione provinciale dell´arte-provocazione, dello scandalo creativo. C´è soltanto l´insipienza estetica del sindaco di Roma coniugata con la furbizia imprenditoriale di un allegro neocostruttore d´auto. Il risultato è l´esibizione – gratis – dentro l´Ara Pacis, di due modelli di una stessa utilitaria. Il lancio commerciale della Dany, una piccola automobile che, per quello che si vede, somiglia a tutte le altre utilitarie del mondo. Ma se è vero che questa automobile stona dentro il museo, non stona certo come accadde ai baffi sul viso della Gioconda, senso forte dei tempi moderni, né ha la forza dei monumenti impacchettati dal bulgaro Christo, non è l´ossimoro visivo, non è la contaminazione dei generi, ma è solo una delle mille volgarità – piccola questa volta, anche se significativa – commesse di questi tempi contro la cultura italiana. Gli avessero almeno chiesto dei soldi a Stefano Maccagnani, che adesso non sa spiegare perché hanno concesso a lui quello che hanno negato a tanti altri, Maserati compresa: «È vero, mi hanno fatto …

«Ha ragione Saviano: i violenti fanno comodo a questo governo», di Maurizio Cencioni

Lo scrittore si rivolge ai ragazzi: «Non cadete nella trappola della violenza, come negli anni 70». L’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti: «Noi andiamo avanti a viso scoperto, con le nostre idee e le nostre lotte». «Non dategliela vinta, non cadete nella trappola, come negli anni 70. La violenza è un discorso perdente, non credo riguardi gran parte di voi. Ascoltateli e ridete di questi vecchi signori, eterni giovani che hanno fallito con le loro strategie violente. Non so quale è la strada ma so quale è quella da non prendere. Non lasciamo al governo Berlusconi la possibilità di reprimere tutto questo come un movimento di violenti». Roberto Saviano in un’intervista a Repubblica.tv chiede al movimento studentesco di evitare quella che definisce la «trappola ». E le risposte non si fanno attendere: «Andiamo avanti a viso scoperto, con le nostre idee e le nostre lotte». Così l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti, che in questi mesi hanno organizzato manifestazioni e proteste nelle scuole, negli atenei e nelle piazze di tutta Italia, …

"La speranza e i manganelli", di Giuseppe D'Avanzo

Ascoltato Maroni che si lamenta della magistratura e osservate le mosse di Alfano che ordina un’ispezione ministeriale, si deve concludere che il governo non ha capito o non vuole capire che cosa è accaduto a Roma il 14 dicembre. Peggio, sembra non comprendere che cosa può accadere mercoledì prossimo quando al Senato sarà approvata definitivamente la “riforma Gelmini”. Questo provvedimento ormai non parla più soltanto dell’università o agli studenti e ai ricercatori . È diventato il simbolo della crisi di una generazione e del suo futuro. Si è trasformato nella rappresentazione dell´indifferenza dei governanti per i governati, dell´incapacità del potere di ascoltare chi è in difficoltà e impaurito. È ormai l´allegoria del disinteresse della politica per la sofferenza del mondo del lavoro, per lo smarrimento di chi, colpito da una catastrofe (un terremoto, la crisi dei rifiuti), è stato abbandonato a se stesso. Il 14 dicembre a Roma non è accaduto soltanto che un gruppo di violenti si sia impadronito della protesta e – poi – la violenza di ogni ragione. È accaduto che per …

"RAI: PD, Lega contro il canone? dimentica i loro sperperi. Ghizzoni: 30 milioni per i capricci di Bossi su Barbarossa

“I deputati della Lega che si sono prestati a recitare la parte degli ‘anti Rai’ nello spot di Telepadania dimenticano l’occupazione che il carroccio sta tentando ai vertici della televisione pubblica e alla conduzione di importanti trasmissioni. E dimenticano anche che se gli italiani non avessero pagato il canone il loro leader Bossi non si sarebbe potuto togliere lo sfizio di vedere sugli schermi nazionali il film su Barbarossa. Un capriccetto che e’ costato alla Rai circa 30 milioni di euro”. Cosi’ la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. “Contrasteremo sempre una partito, come la lega, che fa nelle istituzioni il contrario di quello che dice nelle piazze e nei territori. Potrei cavarmela con una bella battuta nel mio vernacolo, ma non lo faccio perche’ i dialetti sono troppo importanti per essere strumentalizzati”, conclude.