Anno: 2010

"Cartolina di Natale", di Massimo Gramellini

Come biglietto di auguri natalizi, una lettrice ha spedito agli amici questa storiella edificante. Un sant’uomo chiede a Dio di poter visitare l’inferno e il paradiso, possibilmente nell’ordine (preferisce il lieto fine). Dio lo conduce davanti a due porte chiuse e spalanca la prima. Al centro della stanza spicca una tavola rotonda e al centro della tavola un pentolone da cui emana un profumo delizioso. Ma le persone sedute intorno alla tavola sono ridotte a scheletri. Ciascuna di esse ha un mestolo attaccato al braccio, lo tuffa nel recipiente per raccogliere il cibo e però poi non riesce a portarlo alla bocca perché il manico del mestolo è più lungo del braccio. Che supplizio atroce, pensa il sant’uomo, compatendo gli affamati. «Hai appena visto l’inferno», dice Dio e spalanca la seconda porta, quella del paradiso. C’è una tavola rotonda al centro della stanza anche lì. Al centro della tavola un pentolone da cui emana lo stesso profumo. E le persone sedute intorno alla tavola hanno un mestolo attaccato al braccio che nessuna di esse riuscirà …

"Quasi la metà della ricchezza è in mano al 10% delle famiglie", di Luisa Grion

Rapporto Bankitalia: forte livello di disuguaglianza. Il valore delle case mantiene l´Italia ai vertici, ma la distribuzione non è certo equilibrata. Più che povero, diseguale, non equo, spaccato in due fra una minoranza che ha tanto e una maggioranza che ha poco. L´Italia è un paese dove il 45 per cento della ricchezza è in mano al 10 per cento delle famiglie. Mentre alla metà più povera delle stesse va il 10 per cento della ricchezza appena. Un divario forte e che non dà segni di ravvicinamento: su questo scalino siamo fermi da anni. A misurare il gap fra chi vive molto bene e chi no, è la Banca d´Italia, nel suo rapporto «La ricchezza delle famiglie italiane 2009». Va detto che, se rapportati al resto del mondo, siamo in ottima compagnia, apparteniamo «alla parte più ricca, collocandoci nelle prime dieci posizioni tra gli oltre 200 paesi considerati dallo studio». E´ nostro il 5,7 per cento del benessere mondiale, una quota superiore sia a quella sul Pil (il 3 per cento) che a quella sulla …

Per il governo meglio “lasciarsi alle spalle” il caso Calipari

Dispaccio pubblicato su Wikileaks: il governo Berlusconi scoraggiava inchiesta e processo sulla morte dell’agente. Ora il premier deve riferire al parlamento Il governo italiano voleva “lasciarsi alle spalle” il caso di Nicola Calipari e il rapporto italiano sulla morte dell’agente dei servizi ucciso da un soldato americano in Iraq, sostenendo la tesi del “tragico incidente”, puntava a scoraggiare un processo penale e un’inchiesta parlamentare. E’ quanto si legge in un dispaccio inviato dall’ambasciatore americano Mel Sembler il 3 maggio 2005, diffuso da Wikileaks, citato oggi sul Guardian. Il dispaccio riferisce di colloqui con alti funzionari del governo italiano avvenuto il 2 maggio in merito al rapporto preparato da Roma, che doveva essere diffuso quello stesso giorno. Incontro che avvenne nell’ufficio di Silvio Berlusconi, presenti l’allora ministro degli Esteri Gianfranco Fini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, l’allora consigliere diplomatico di Berlusconi, Gianni Castellaneta, il capo del Sismi Niccolò Pollari. Il presidente del Consiglio era invece assente. Gli italiani, si legge nel dispaccio, evidenziarono alcuni punti: il governo italiano non voleva che “questo incidente …

«I padri dell'euro sono contro i due euro», di Tommaso Padoa Schioppa

Il mio primo viaggio negli Stati Uniti risale a tantissimi anni fa. Non saprei dire esattamente quando. Ricordo nitidamente un episodio particolare: stavo provando a mandare un telegramma in Italia da un’agenzia della Western Union e il commesso mi chiese: «Dov’è l’Europa? È in Inghilterra?». Oggi, nel 2010, Europa e Stati Uniti, ma direi il mondo tutto, è molto più vicino di quanto lo fosse allora. Anche perché la crisi ha accorciato ancora le distanze e ha messo tutti sullo stesso piano. Il tornado partito dagli Usa ha raggiunto l’Europa Il 2010 è stato l’anno in cui il tornado economico partito dagli Stati Uniti ha raggiunto l’Europa. Un tornado che – non servono grandi doti profetiche per prevederlo – si sposterà dalla finanza all’economia, poi si estenderà all’ambito “sociale” e infine a quello “politico”. Il percorso è già partito e ben visibile. Come spesso è accaduto, il panico del mercato produce risultati sul mercato. E non solo. Perché la frenesia in atto è un processo dalle molteplici sfaccettature. Un’onda, che – appunto – dalla finanza …

"Il paese senza politica", di Tito Boeri

Il distacco degli italiani dalla politica non è mai stato così forte. Ce lo dicono tutti i sondaggi disponibili. Secondo l´Eurobarometro, la percentuale di italiani che si fida del Parlamento, già due terzi di quella di Francia e Germania, è scesa negli ultimi 10 anni di dieci punti. È un fenomeno presumibilmente destinato ad accentuarsi ulteriormente dopo lo spettacolo desolante delle ultime settimane. Parlamentari che aspettano fino all´ultimo minuto per decidere se votare o meno la sfiducia, una strategia ottimale per massimizzare il prezzo al quale si vende il proprio voto. Un esecutivo che tiene vacanti 14 posti chiave nel mezzo della crisi più grave del Dopoguerra, pur di avere poltrone da offrire ai nuovi acquisti. L´esplosione di nuove sigle, di one-man party, partiti con un solo deputato, pivotali, tali da tenere in scacco partiti con milioni di voti: sono ormai 12 i partiti di cui si compone la maggioranza del 14 dicembre. Il presidente in pectore della Consob, Giuseppe Vegas, che vota per mantenere in vita il governo che lo ha nominato al vertice …

Appello del Partito Democratico

I gravi incidenti dello scorso 14 dicembre a Roma, hanno lasciato sul terreno troppi feriti, troppi danni e la necessità di una doverosa riflessione su cosa stia succedendo, alle nuove generazioni del nostro Paese, nel rapporto tra protesta politica e violenza. E’ una riflessione necessaria perché l’Italia non può permettersi il rischio di cadere in una nuova spirale di violenza e di terrore, come è avvenuto in un passato non troppo lontano, e di cui tutti conoscono i drammatici esiti. Due sono i beni irrinunciabili in gioco. Da una parte la certezza che nessuna concessione debba essere fatta, né ora né mai, all’uso della violenza come forma di contestazione. Dall’altra il diritto costituzionale a manifestare, in maniera civile, a sostengo delle proprie idee e convinzioni. Siamo in un momento di grande difficoltà: specie i giovani percepiscono con grande preoccupazione e rabbia l’incertezza del loro futuro. Noi dobbiamo evitare che l’incertezza e la rabbia si trasformino in violenza. Ed è questo un compito della politica, che deve dare risposte. Lo ribadiamo: il diritto di tutti a …

Renzi paga, Matteoli fugge

«Mi mancava solo prendere una pala per spalare la neve». Il ministro Altero Matteoli dice di avere la coscienza pulita. «Più di quello che ho fatto non potevo fare. Quando ho avuto contezza dell’emergenza ho parlato con i vertici di Austostrade per l’Italia, Ferrovie, Anas, Protezione civile». Dice: «Chi ha sbagliato paghi». Appunto, chi? Ora la domanda é semplice semplice: perfino Matteo Renzi ha fatto autocritica, si è preso le sue colpe e ha ammesso che si poteva fare di più. Ma il sindaco deve rispondere dei disagi dei cittadini di Firenze bloccati nel traffico. E degli altri? Chi risponde delle ore al freddo e al buio passate dalle centinaia di automobilisti intrappolati sull’A1 nella notte tra venerdì e sabato? E chi risponde del caos nel quale sono precipitati i passeggeri dei treni impazziti lo stesso giorno? Matteoli dice che nelle ore più drammatiche «ci ho messo la faccia per una cosa di cui, francamente, il ministero non è responsabile». Come, non è responsabile? E allora a quale titolo ieri ha convocato i vertici di …