lavoro

"Fiat, Bersani chiama il Parlamento. La Fiom vuole lo sciopero generale", di Laura Matteucci

L’accelerazione di fine anno sulla Fiat che verrà, su cui Marchionne ha voluto spingere con l’accordo di giovedì scorso per Mirafiori, è ai massimi. Azienda e sindacati (eccetto la Fiom Cgil, che non ha firmato l’intesa del 15 giugno) si riuniscono oggi a Roma per mettere a punto il contratto della newco di Pomigliano, che interessa 4600 lavoratori: si discuterà di salario, orari, scatti di anzianità e diritti sindacali, con i firmatari che annunciano un contratto migliore di quello nazionale dei metalmeccanici e che «non rappresenterà alcuno sfregio» ai diritti. «Un contratto – dice BrunoVitali della Fim – che dovrà poi rientrare dentro Confindustria e rappresentare un salario più alto per tutti i lavoratori ». Il testo sarà chiuso in settimana, anche perchè da gennaio dovrebbero partire le assunzioni. E domani, invece, si riunisce in via straordinaria il comitato centrale del sindacato escluso, la Fiom, proprio per discutere le iniziative da assumere dopo l’intesa per Mirafiori. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, intanto, chiama in causa governo e Parlamento, perchè si pronuncino sul modello di relazioni sindacali che si vanno delineando. «Gli investimenti e l’utilizzazione piena degli impianti sono prioritari – dice Bersani – Però qui c’è una terza co- sa, che riguarda un effetto di sistema, cioè il sistema delle relazioni sindacali e della partecipazione dei lavoratori. Non è possibile che una palla di neve divenga una valanga per tutto il nostro sistema senza che nessuno ne parli». L’iniziativa della Fiat «se porterà a sollecitare – continua Bersani – una riforma dei meccanismi di partecipazione e rappresentanza del lavoro, avràun esito buono. Se invece porterà ad una disarticolazione dei rapporti sociali sarà molto negativa».

FORZA E RASSEGNAZIONE Susanna Camusso, segretaria della Cgil, è uscita con parole molto nette contro tutti: Marchionne è definito «antidemocratico e autoritario», Cisl e Uil sindacati aziendalisti, soprattutto per aver firmato un’intesa che esclude il terzo sindacato confederale, la Fiom «non può non aver commesso degli errori», e Confindustria non può restare immobile se vuole evitare la disarticolazione del sistema di relazioni industriali e rischiare l’esplosione del conflitto sociale. Domani, si diceva, il comitato della Fiom: la decisione di mobilitare l’intero gruppo Fiat viene data per scontata, mentre Giorgio Cremaschi è tornato ieri a chiedere alla Cgil quello che tutto il sindacato dei metalmeccanici ha già chiesto da tempo, lo sciopero generale. Un’iniziativa che, però, può venire decisa solo in sede di direttivo, e il prossimo non è stato ancora convocato. Il 10 gennaio, intanto, si riunisce la segreteria, mentre l’11 e il 12 si terrà l’assemblea nazionale delle Camere del Lavoro: saranno anche le sedi per delineare un percorso di mobilitazione (non solo su Fiat, ma per l’intero mondo del lavoro), a partire dalle marce per il lavoro che Camusso ha già lanciato. Il 2011 per i lavoratori della Fiat si annuncia durissimo, «ma noi continueremo a mobilitarci in tutte le sedi opportune», avverte Giorgio Airaudo, responsabile auto per la Fiom. «L’accordo per Mirafiori (dove ripartirà la cassa integrazione per un anno da febbraio, ndr) è costruito perchè non si possa più contrattare sul lavoro – spiega – E questo muta radicalmente le relazioni esistenti. È permeato di antisindacalità e, tra turni massacranti e pause ridotte, nontutela la salute dei lavoratori. Fim e Uilm hanno sbagliato: i sindacati nascono per dare forza a chi è debole, non per dirgli “rassegnati, non c’è altro da fare” ».

L’Unità 28.12.10