"Vite di precari. Le sorti di Luca e quelle di Silvio", di Bruno Ugolini
Gianluca è uno dei tanti giovani precari. Il suo lavoro ha un nome altisonante: produttore per le assicurazioni. È, in realtà, un venditore di polizze, quei documenti che paghiamo a peso d’oro, sperando che servano a tutelare il costo della macchina o della moto o di altri oggetti. Lui ogni giorno va a caccia di clienti, affrontando ogni serie di difficoltà. Ha una retribuzione fissa di 500-600 euro al mese, per essere a disposizione, lavorando otto ore ogni giorno. Qualora non raggiunga i parametri di vendita imposti dall’azienda, va incontro a quelle che chiama “vessazioni”. I “datori di lavoro” non gli forniscono alcun aiuto per sostenerlo in questa quotidiana ricerca del cliente: niente internet, niente computer, niente telefono aziendale, niente nominativi da contattare. I nomi se li deve procacciare lui e se per caso sono violate le norme sulla privacy l’azienda si riserva di rivalersi su di lui. Non c’è un sindacato a cui rivolgersi. C’erano, dal giugno del 2009, due delegati sindacali. Sono stati colpiti da sanzioni disciplinari. Marchionne insegna. Commenta Gianluca, un po’ …