"I tre voti che pesano sul futuro del paese", di Eugenio Scalfari
Inizio questo articolo con un´ipotesi. So bene che l´ipotesi configura una realtà virtuale che spesso non coincide con quella reale ma ci aiuta spesso a capire meglio quello che è accaduto. Facciamo dunque l´ipotesi che il 14 dicembre scorso il governo fosse stato battuto, sia pure per un solo voto, e che Berlusconi si fosse dimesso chiedendo al presidente della Repubblica lo scioglimento anticipato delle Camere. Il Presidente – l´ha detto pochi giorni dopo parlando alle Alte Cariche dello Stato – è in linea di principio contrario allo scioglimento anticipato di una legislatura; perciò, prima di addivenire alla richiesta del premier dimissionario, avrebbe verificato l´esistenza di una maggioranza alternativa. Quella maggioranza – contraria allo scioglimento anticipato ma tuttavia incapace di esprimere un governo coeso e di indicarne il premier – c´era come tuttora presumibilmente c´è. Che cosa avrebbe fatto Giorgio Napolitano di fronte ad un Parlamento che non vuole essere mandato a casa ma non riesce a indicare un nuovo premier? Forse avrebbe risolto il problema affidando l´incarico di formare un governo ad un uomo …