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Gli auguri del premier: giudici, emergenza democratica

Le elezioni sarebbero un ”grave danno” per un Paese che sta uscendo da un anno ”difficile” piu’ forte di prima; tuttavia, senza una maggioranza in grado di fare le riforme, l’unica alternativa resta quella del voto. Silvio Berlusconi, dopo la conferenza stampa di fine anno, continua a rivendicare i meriti del suo esecutivo, rinnovando l’apertura a Pier Ferdinando Casini. Il leader centrista pero’ rifiuta garbatamente la proposta e ribadisce di voler restare equidistante anche dal Pd, respingendo l’invito di Pier Luigi Bersani ad una ”alleanza costituente”.

Il presidente del Consiglio, in un audio-messaggio ai Promotori della Liberta’, avverte che la fine anticipata della legislatura sarebbe un ”grave danno” al Paese. Per questo promette di fare il possibile per evitarlo. Ove cio’ non fosse possibile, precisa pero’, ”non ci sara’ altra scelta se non tornare dal popolo sovrano”. L’obiettivo ”primario”, ripete, resta la ”governabilita”’ attraverso un allargamento della maggioranza, visto che non esiste una maggioranza alternativa a quella attuale. L’intento e’ sempre quello di attrarre singoli deputati delusi. Ma anche di convincere i centristi: spero che Casini si ”ravveda” e decida di dare perlomeno un appoggio esterno al governo, afferma il premier. Che invece ripete di non vedere alcun margine con il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Coi militanti Berlusconi rivendica soprattutto l’azione di governo, che ”tenendo in ordine i conti” in un anno ”difficile” e’ riuscito a ”traghettare verso il 2011 un’Italia piu’ stimata, piu’ forte e piu’ competitiva”, mentre altri ”ordivano congiure di palazzo”. Conferma pero’ che per tornare ai livelli di crescita pre-crisi bisognera’ attendere il 2012.

Nel complesso, comunque, per il 2010 si puo’ guardare al ”bicchiere mezzo pieno”, anche in considerazione dell’accordo raggiunto dalla Fiat a Mirafiori che non esita a definire ”storico”. Sul tema sempre caldo della giustizia, rinnova le sue critiche a quei pm che con ”indebite ingerenze sulla vita delle altre istituzioni” determinano una ”vera e propria emergenza democratica”. Infine, a proposito di un possibile passo indietro, ripete che nel Pdl e nel governo ci sono alcuni ”protagonisti” che ”potrebbero davvero, in un prossimo futuro, assumersi la responsabilita’ di guidare il governo”. Eventualita’, aggiunge, che ”mi auguro” visto che farlo richiede ”grandissimi sacrifici”. L’ennesima offerta del premier non trova sponda nei centristi: ”Non diciamo ne’ si ne’ no ad un tavolo, constatiamo che il tavolo c’e’ gia’ ed e’ il Parlamento”, ribadisce Casini. Che risponde picche anche all’alleanza costituzionale proposta da Bersani. ”E’ un’idea emergenziale, ma io mi auguro che assieme si possa scongiurare una simile emergenza”. Insomma, per l’ex Dc e’ meglio ”convergere” in Aula su alcuni provvedimenti, restando ”ciascuno dov’e’, maggioranza e opposizione”. Le parole del Cavaliere scatenano la reazione dell’opposizione: Per il Pd parlano Maurizio Migliavacca, che definisce l’intervento un ”copione ormai logoro”, e Stefano Fassina, che accusa il premier di rifilare agli italiani una ”stanca litania propagandistica”. Altrettanto dure le reazioni dell’Italia dei Valori: Antonio Di Pietro, a proposito della Fiat, parla di ”panettone al veleno”, mentre Luigi De Magistris e Fabio Evangelisti lo attaccano rispettivamente sulla giustizia (”l’unica emergenza democratica e’ Berlusconi”) e sulla crisi (”Preoccupa la sua capacita’ di mentire”).

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BERSANI: ECCO KIM IL-SUNG

«Un mare di chiacchiere e di bugie. Come mi disse montanelli, non sa distinguere tra verità e menzogna», ha detto Bersani, riferendosi al discorso di Berlusconi, e ha fatto l’esempio che «nel milleproroghe è stato tolto il rinvio delle tasse agli aquilani». Bersani ha voluto lanciare un appello: «è stato un decennio caratterizzato da una democrazia personalizzata, del ‘ghe pensi mì, che ci ha fatto precipitare in tutte le classifiche possibili e immaginabili, pil pro capite, redditi, più alta pressione e meno fedeltà fiscale, disoccupazione giovanile e femminile, più distanze tra nord e sud, più disparità. Il paese accetta di continuare a prendere il sonnifero o decide di reagire al declino galoppante e silenzioso?».

«Bisogna cambiare l’agenda – ha continuato – o rischiamo un altro decennio di berlusconismo. Bisogna fare riforme profonde: la riforma fiscale, mettere il cacciavite nella pubblica amministrazione, fare investimenti per creare lavoro». Quanto alla situazione politica, Bersani ha detto di essere «interessato a parlare con chi si colloca al centro, non con chi lavora a una ristrutturazione del centro-destra. A loro dico: “Vogliamo fare un pacchetto di riforme e rimettere in pista l’economia oppure no?”». Il segretario del Pd ha salutato i giornalisti: «Svolgete liberamente il vostro lavoro e vi ringraziamo per questo».

Pier Luigi Bersani ribadisce la proposta a «tutte le forze di opposizione» di un’alleanza «costituente» per evitare un altro decennio berlusconiano. Il segretario del Pd, in una conferenza stampa, sottolinea la particolarità del momento, il suo carattere emergenziale e per questo mette sul tavolo la proposta di «una grande coalizione» per «andare oltre Berlusconi».

«Se non ci fosse Berlusconi di mezzo -prosegue Bersani- io penserei ad una fase costituente che guarderebbe anche oltre, tanto è grave la situazione. Il centrosinistra e le forze di centro devono chiedersi se vogliono costruire una Repubblica di tipo europeo funzionante oppure continuare con il berlusconismo». Una coalizione dal Terzo Polo a Vendola che servirebbe «per andare oltre il berlusconismo e fare riforme istituzionali e alcune cose serie» su economia e lavoro. «Non è un patto politico in cui metti l’anima, ma -spiega il segretario del Pd- un patto politico in cui metti la preoccupazione per il Paese». A tutti il Pd «chiede generosità, apertura, perchè la fase che abbiamo davanti è costituente, se vogliamo fare certe riforme in campo istituzionale ed economico-sociale».

«L’attacco alla corte costituzionale è gravissimo, Berlusconi non si rende conto: abbiamo la Costituzione più bella del mondo e la Consulta è il presidio altissimo della democrazia», detto il segretario del Pd. «È un presidio che deve essere assolutamente rispettato – ha aggiunto – ed è inaccettabile picconarlo. La Corte deciderà con nostro pieno rispetto e berlusconi riconosca che è un cittadino come gli altri». Bersani ha anche fatto notare che «quando ci si avvicina ai 75 anni, non si va più in galera. Basta straparlare della giustizia, parliamo dell’Italia e dei cittadini».

«Non vedo linee di divergenza con Veltroni». Così il segretario del Pd ha risposto ad una domanda sulle critiche che gli ha rivolto ieri Walter Veltroni in una intervista su l’Unità. «Il nostro messaggio – ha poi detto Bersani spiegando la sua proposta di alleanza larga – è rivolto a tutte le forze di opposizione, e poi gli altri diranno la loro. È chiaro che chiediamo generosità ai nostri interlocutori».

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