"La partita non è perduta", di Alberto Cisterna*
Risale a poche ore or sono l’arresto di uomini e donne della politica in processione per conquistare i favori di uno dei grandi boss della ’ndrangheta. Tra faccendieri intricati con gli apparati investigativi pronti a fare soffiate, esami universitari messi al baratto con qualche regalia e aspiranti consiglieri regionali sottomessi alla cosca per raccattare voti, in poche settimane l’Italia ha ricevuto un quadro devastante della democrazia in Calabria. E questo è successo a casa Pelle, nel cuore di San Luca, in uno solo dei tanti vasi di Pandora che si potrebbero scoperchiare. Cosa sarà capitato prima delle regionali e di altri appuntamenti elettorali nelle centinaia di abitazioni di boss piccoli e grandi, quanta parte del destino di quella terra sia stato compravenduto, non è facile accertarlo. Vedremo. La Calabria sembra vivere una permanente emergenza criminale che tende ad assumere i ritmi asfissianti di un collasso della convivenza civile. Alcuni territori, soprattutto quelli delle province di Reggio, di Vibo e di Crotone appaiono ostaggio di un potere mafioso che agisce in modo spregiudicato, assillato da un …