"Servizio pubblico. Un capodanno precario", di Bruno Ugolini
Trattasi di circa 170.000 persone. Molti di più se si calcola anche la scuola. Non sono gli operai di Marchionne – anche loro angosciati da un destino tutto da scrivere – sono le “mezze maniche” dell’impiego pubblico, magari da anni al servizio del padrone Stato e ora messi alle porte senza nemmeno una pacca sulle spalle. Alcuni sono ricorsi a forme di lotta disperate. Come quei sette dipendenti della Regione Lazio appesi per 11 giorni e undici notti, al freddo e al gelo, sul dodicesimo piano di un’impalcatura. Ora sono scesi e sperano in una trattativa fissata proprio per la vigilia di Natale. Sembra una favola di Dickens. Un altro caso particolare è quello dei lavoratori delle Prefetture e della Questure di tutta Italia, impiegati nei servizi all’immigrazione. Hanno scioperato nei giorni scorsi e hanno manifestato nel centro di Roma,ormai diventata la capitale di una contestazione massiccia. Anche per costoro alla mezzanotte del 31 dicembre suonerà la campana del licenziamento. Non sono dei giovanotti alle prime armi, risultano da oltre sette anni addetti ad un …