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Giovani senza posto per troppo tempo

Quattro volte tanto gli adulti. I giovani under 25 registrano un livello di disoccupazione del 25% contro il 6,5% di chi ha un’età tra i 25 e i 64 anni. Non solo. Le nuove leve alla ricerca di un posto restano disoccupate a lungo: oltre un anno nel 40% dei casi, secondo un’elaborazione del centro studi Datagiovani su dati Ocse e Istat.
«Nel nostro paese – commenta Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani – chi ha meno di 25 anni fatica a trovare un impiego nel medio periodo quasi quanto gli adulti espulsi dal mercato che devono ricollocarsi».
Per misurare la frattura tra under 25 e gli altri lavoratori Datagiovani ha costruito il «labour age gap», indice che misura il divario che esiste nel mercato del lavoro tra i giovani dai 15 ai 24 anni e coloro che hanno un’età compresa tra i 25 ed i 64 anni, frutto della media dei punteggi attribuiti a ogni paese per il gap relativo a tasso di disoccupazione, tasso di occupazione, tasso di attività e la percentuale di disoccupati da oltre un anno.
Ecco allora che l’Italia, tra i 33 Paesi dell’Ocse, si colloca in fondo alla classifica: con 0,286 punti, siamo ben al di sotto della media Ocse pari a 0,5, ma anche al valore europeo (0,471). In testa alla classifica si colloca l’Olanda (0,721) seguita dalla Danimarca (0,695) e dal Canada (0,684). Tra i nostri “vicini”, la Germania è al settimo posto (0,595), la Spagna al ventesimo (0,437) e la Francia al ventiquattresimo (0,406).
Provando a inserire nella graduatoria Ocse le regioni italiane, si evidenzia ancora una volta come esistano due Italie, «anche se in questo contesto – commenta Pasqualotto – non si può parlare di un Nord che va bene e un Sud che soffre, quanto piuttosto di regioni settentrionali che stanno meno peggio di quelle meridionali».
Emerge infatti come solamente nove regioni, quasi tutte del Nord, riescano a scalare qualche posizione in classifica: la prima in assoluto è il Veneto, che si colloca al 23° posto, quindi ben oltre la metà bassa della graduatoria, grazie ai minori divari nei tassi di occupazione e, soprattutto, al fatto che la percentuale di disoccupati giovani da oltre un anno è circa la metà di quella degli adulti. Tre sono le regioni del Centro Italia che “battono” qualche paese Ocse: Umbria, Marche e Toscana. Solo Piemonte e Valle d’Aosta tra le regioni settentrionali non riescono a guadagnare terreno, mentre in coda si collocano tutte le regioni del Sud.

Il Sole 24 Ore 20.12.10