Giorno: 20 Dicembre 2010

Napolitano: «Non si ignori il malessere dei giovani»

«La protesta pacifica, benchè spesso sviata da inammissibili violenze, di tanti cittadini nelle strade delle nostre capitali, è una spia di malessere che le democrazie non possono ignorare», ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante i tradizionali auguri al corpo diplomatico. Il monito del Colle arriva mentre alle 11 in punto la seduta nell’aula del Senato e’ stata aperta dal presidente di turno, Domenico Nania, per iniziare l’iter dell’esame della riforma universitaria, che sara’ concluso mercoledi’ mattina. Ma i lavori sono stati subito sospesi, perche’ manca il numero legale. Intanto e’ presente il ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. I lavori riprenderanno alle 11,30. Napolitano non nasconde che “il modello di sviluppo basato su un enorme dilatarsi della dimensione finanziaria” vive adesso “una profonda incrinatura” dalla quale deriva un diffuso malessere sociale. “Il mercato lasciato a se stesso – sostiene il presidente della Repubblica – ha prodotto crescita ma ne ha rivelato i piedi d’argilla, fra l’altro a prezzo di crescenti ineguaglianze delle quali dobbiamo oggi farci carico”. www.unita.it

Scontri Roma: Poliziotti e studenti si incontrano al Pd. Presenti Bersani e Fiano

“Siamo in un momento di grande difficoltà: specie i giovani percepiscono con grande preoccupazione e rabbia l’incertezza del loro futuro. Noi dobbiamo evitare che l’incertezza e la rabbia si trasformino in violenza. Ed è questo un compito della politica, che deve dare risposte alle domande che emergono da chi protesta. Lo ribadiamo: il diritto di tutti a manifestare liberamente il proprio dissenso è un bene fondamentale. Ma è necessario separare, senza incertezze, le legittime manifestazioni pacifiche di dissenso da coloro che, invece, alle manifestazioni partecipano in forma organizzata e squadristica, con l’unico scopo di produrre violenza, feriti e danni”. E’ uno dei passaggi dell’appello contro ogni forma di violenza politica che oggi pomeriggio sarà al centro di un incontro organizzato dal responsabile del forum Sicurezza del Pd, Emanuele Fiano, tra i rappresentanti delle forze di polizia e i rappresentanti degli studenti e dei ricercatori. L’incontro si svolgerà presso la sede della direzione del Partito Democratico, a Roma. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, sarà presente. Al termine della riunione, alle 19,15, vi sarà un …

"Milano, colpire i rom per vincere le elezioni", di Alessandro Coppola

La destra usa la politica della paura come un’occasione per radicalizzarsi in vista di un turno elettorale difficile: le prossime comunali. In una Milano sempre più ingiusta che ha attivamente contribuito a costruire. E di cui ora vuole incassare il voto. Sui grandi media la vicenda ha ricevuto un’attenzione solo marginale. A Milano la politica delle espulsioni etniche scatenata da Sarkozy ha avuto effetti importanti. Che illuminano caratteri e degenerazioni della destra milanese. Ecco una breve e sintetica ricostruzione della vicenda. L’amministrazione comunale – d’accordo con il ministero dell’Interno – decide di procedere allo smantellamento dei campi nomadi abusivi, fra cui quello di Via Triboniano, nella zona nordoccidentale della città. L’assessore alle Politiche sociali – Mariolina Moioli – mette a punto un piano volto ad assicurare un alloggio a parte per le famiglie “sgomberate”. Assieme alla prefettura e alle organizzazioni non profit, l’assessore individua diverse soluzioni. Fra queste, l’utilizzo di venticinque alloggi dell’Aler – l’Azienda Lombarda di Edilizia Residenziale, l’erede dello Iacp – destinati ai casi di “fragilità sociali” e quindi non inclusi nelle graduatorie …

Giovani senza posto per troppo tempo

Quattro volte tanto gli adulti. I giovani under 25 registrano un livello di disoccupazione del 25% contro il 6,5% di chi ha un’età tra i 25 e i 64 anni. Non solo. Le nuove leve alla ricerca di un posto restano disoccupate a lungo: oltre un anno nel 40% dei casi, secondo un’elaborazione del centro studi Datagiovani su dati Ocse e Istat. «Nel nostro paese – commenta Michele Pasqualotto, ricercatore di Datagiovani – chi ha meno di 25 anni fatica a trovare un impiego nel medio periodo quasi quanto gli adulti espulsi dal mercato che devono ricollocarsi». Per misurare la frattura tra under 25 e gli altri lavoratori Datagiovani ha costruito il «labour age gap», indice che misura il divario che esiste nel mercato del lavoro tra i giovani dai 15 ai 24 anni e coloro che hanno un’età compresa tra i 25 ed i 64 anni, frutto della media dei punteggi attribuiti a ogni paese per il gap relativo a tasso di disoccupazione, tasso di occupazione, tasso di attività e la percentuale di disoccupati …

"L´uomo dell´Emergenza", di Ilvo Diamanti

La verifica parlamentare del 14 dicembre non ha garantito la fiducia al governo. Semmai: la non-sfiducia. Per questo non ha prodotto cambiamenti significativi nel clima d´opinione. Tutto è rimasto, più o meno, come prima sulla scena politica. Instabile e incerta, senza copioni a guidare le scelte degli attori. Neppure un canovaccio che permetta loro di recitare a soggetto. Questa crisi, tutta interna alla maggioranza, non ha restituito legittimazione e consenso alla leadership di Silvio Berlusconi. Presso gli elettori, nel centrodestra e, in fondo, nel sistema politico italiano. Dove prevale e persiste un grande senso di precarietà. Il che costituisce una novità, nella biografia politica di Berlusconi. Scandita da numerose “sfide” per la vita. E per la morte (politica). Puntualmente vinte. Sedici anni trascorsi a sfidare il sistema politico italiano, dopo averlo modellato a propria immagine e somiglianza. Il muro di Berlino sostituito da quello di Arcore. Che ha diviso il nostro piccolo mondo in due. Fra berlusconismo e comunismo. O, simmetricamente: tra antiberlusconismo e anticomunismo (senza il comunismo). Una lotta altamente personalizzata, esaltata dai media. …

"Ragazzi, date una lezione a chi vi minaccia", di Marco Rossi Doria

Mercoledì il Parlamento andrà alla votazione finale sulla legge universitaria. A pochi giorni dal 14 dicembre migliaia di persone di nuovo protesteranno. C’è di che preoccuparsi. Per quel giorno e, ben più in generale, per il clima nel Paese. In particolar modo, per quello tra generazioni che, come per tanti insegnanti, è stata la mia ragione di lavoro e di riflessione per molti anni. Non ho voglia di fare appelli né sermoni o rimbrotti. Perché penso che questo sia il tempo di ragionare, con passione civile. Nel farlo non penso affatto che ci si debba rivolgere solo ai giovani. Penso, invece, che ci si debba rivolgere a tutti e, dunque, a se stessi e agli altri. A tutti i cittadini. Che abbiano quindici, diciotto, venticinque o trenta anni o quaranta o sessanta o ottanta. In questa riflessione comune si deve partire – in primo luogo – dal riconoscere una cosa del tutto evidente, che ha cambiato il paesaggio sociale, politico e umano nel quale siamo chiamati a vivere. E che è questa: noi persone «più …

"Ma i diritti non sono tutti uguali", di Michele Ainis

Calma e gesso, per favore. Anche perché di scalmanati in abito gessato ce n’è fin troppi in giro. A cominciare dall’onorevole Gasparri, che invoca arresti preventivi, retate di massa, e in conclusione un nuovo 7 aprile. Insomma la ricetta del 1979, benché Gasparri abbia citato il 1978. E allora proviamo a dare i numeri, di questi tempi non saremo i primi a farlo. Proviamo a misurare sui numeri della Costituzione non tanto la sparata di Gasparri (qui è più facile: zero), quanto piuttosto l’idea di Mantovano e di Maroni, quella d’esportare ai manifestanti il Daspo che s’applica ai tifosi. Ossia il divieto comminato dal questore – e dunque senza una pronuncia giudiziaria – a carico di persone che si ritengono pericolose, impedendo loro d’entrare in uno stadio, o per l’appunto in una piazza gremita da cortei. Sulle prime, parrebbe una misura di buon senso. Se il Daspo ha funzionato per i disordini sportivi, perché non dovrebbe rivelarsi altrettanto efficace per i disordini politici? Peccato tuttavia che non abbia senso equiparare il diritto di tifare per …