Alla Camera gli unici miglioramenti dagli emendamenti PD. Ma la destra boccia quelli per la raccolta differenziata, la legalità e la trasparenza negli appalti. “Il decreto voluto dal governo Berlusconi è del tutto inadeguato e contiene scelte sbagliate che aggraveranno l’emergenza rifiuti smentendo clamorosamente i miracoli continuamente annunciati dal premier”. La sonora bocciatura del decreto sull’emergenza rifiuti arriva dalla capogruppo del Pd nella commissione Ambiente, Raffaella Mariani e dal deputato democratico eletto in Campania Tino Iannuzzi, che annunciano: martedì 21 dicembre voteremo no.
Stella Bianchi, responsabile Ambiente della Segreteria PD è lapidaria: “Alla prima prova il governo Berlusconi dimostra di sbagliare ancora. Nel decreto continuano a restare in capo alle province, e non ai comuni, le competenze fondamentali nonostante il fallimento della loro azione sia sotto gli occhi di tutti, non c’è un impegno alla riduzione dei rifiuti da inserire nel piano regionale, ancora assente, sono previsti commissari straordinari per l’indicazione delle discariche invece di criteri tecnici rigorosi e trasparenti. C’é solo il passo avanti della chiara assegnazione al presidente della regione della responsabilità di indicare i commissari per la realizzazione dei termovalorizzatori di Napoli e Salerno. Un decreto inadeguato che non aiuterà ad affronterà l’emergenza e a mettere in sicurezza la gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti. Aspettiamo l’ennesimo annuncio di miracolo e subito dopo di sentire che la colpa è dei sindaci ai quali però ancora questo decreto non affida le competenze necessarie.”
Qualcosa cambia dopo le dimissioni fantasma della Carfagna? Si, ma per merito del PD, infatti gli unici miglioramenti sono dovuti all’approvazione degli emendamenti del Pd che hanno salvato, almeno per il 2011, le competenze gestionali e di riscossione dei comuni per il servizio rifiuti, Tarsu e Tia. Una richiesta formulata dall’ANCI senza la quale i Comuni non avrebbero neppure potuto approvare i bilanci, di cui la tarsu è capitolo d’entrata essenziale. Dopo la bocciatura della proposta del Pd di attribuire il ruolo di soggetto attuatore ai Comuni in cui ricadono gli impianti è passato almeno l’obbligo del presidente della regione di nominare commissari per i termovalorizzatori di Napoli e Salerno, escludendo così la permanenza della competenza, priva di ogni fondamento, dei presidenti delle province. Certo la mania per i commissari e le deroghe anche con Bertolaso in pensione resta…
Sembra quasi un decreto punitivo ad regionem, come spiegano Iannuzzi e Mariani: “Solo in Campania, a differenza di quanto avviene nelle altre regioni, la competenza per le attività legate al ciclo dei rifiuti, per la gestione della Tarsu e della Tia rimarrà, sia pure a partire dal 2012, in capo alle province, travolgendo ed esautorando il ruolo dei comuni. Quello voluto dal Governo è un meccanismo del tutto irragionevole che affida a commissari straordinari perfino l’individuazione dei siti delle nuove discariche che invece dovrebbe restare prerogativa del presidente della regione nel rapporto con le singole province e nell’ambito del piano regionale rifiuti. In questo decreto non c’è nessuna misura per incentivare la raccolta differenziata anche con norme chiare e stringenti per i comuni inadempienti. Il nostro giudizio – concludono – è negativo perché da questo provvedimento pieno di deroghe alle normative ambientali, degli appalti ed europee, pieno di commissariamenti e di scorciatoie non deriverà nessun contributo positivo per la risolvere definitivamente l’emergenza campana e per l’affermazione dei principi primari di legalità e trasparenza”.
Il PD della Campania denuncia lo scaricabarile della destra.
“Nonostante alcune modifiche ottenute dal Pd in sede parlamentare, il nostro giudizio sul decreto rifiuti in Campania resta profondamente negativo. Un insieme di norme confuse e sbagliate non evitera’ l’aggravamento dell’emergenza già riesplosa. C’è uno scandaloso scaricabarile in materia di discariche, che dovrebbero essere individuate da non ben identificati commissari
straordinari nominati dal presidente della Regione”. Cosi’ in una nota congiunta Enzo Amendola, segretario regionale Pd Campania, il deputato Fulvio Bonavitacola e lo stesso Iannuzzi. Solo grazie all’iniziativa del Pd come abbiamo visto per i termovalorizzatori “c’è l’obbligo per il presidente della Regione di procedere alla nomina dei commissari straordinari, che prima era una generica e confusa facoltà, cui Caldoro avrebbe potuto sottrarsi in modo da confermare le pregresse competenze in capo alle Provincie” spiegano Amendola, Bonavitacola e Iannuzzi.
“Resta ignoto il destino dei disciolti Consorzi e del relativo personale, in molti casi senza stipendio da mesi. E’ stata respinta dalla maggioranza – continuano – la norma proposta dal Pd per adottare misure più efficaci per incrementare la differenziata e sanzionare i Comuni inadempienti con la rimozione dei sindaci e lo scioglimento dei consigli comunali”. Insomma è la conferma che il centrodestra al governo nazionale, della Regione e delle Province fugge dalle proprie responsabilità sull’emergenza rifiuti.
Lega bifronte: al Nord sbraita, a Roma dice sì allo smaltimento extraregionale.
“Non è solo questione di egoismo qui c’è in ballo la credibilità delle forze politiche e l’atteggiamento della Lega Nord sull’emergenza rifiuti campana dimostra, ancora una volta, che il Carroccio non è un partito serio e responsabile”. E’ duro il commento del deputato democratico Alessandro Bratti che fa notare come “i brindisi della lega friulana per la chiusura dei confini regionali ai rifiuti campani stonano clamorosamente con il comportamento del gruppo parlamentare leghista che oggi ha dato il suo ok all’invio dei rifiuti nelle altre regioni italiane. Serve un chiarimento, ed è per questo che chiediamo ai presidenti Zaia e Cota di dire parole veritiere su come intendono comportarsi con i rifiuti che arriveranno dalla Campania. O forse Zaia e Cota sono in contrasto con i loro gruppi parlamentari che oggi hanno votato a favore dello smaltimento extraregionale?”
Marco Laudonio
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