Incontro alla sede del Pd tra il responsabile Economia del partito, Fassina, e i responsabili per le politiche industriali di Confindustria,Cgli, Cisl e Uil. Presentata la proposta per la riforma degli ammortizzatori sociali. «È positivo che le parti sociali si incontrino, col governo impegnato a pensare ad altro», dice Stefano Fassina.
«E anche che imprenditori e sindacati trovino punti di convergenza su molte questioni, come la necessità di rivedere il modello fiscale », aggiunge il responsabile Economia del Pd. «Ma la politica deve farsi carico di formulare e portare avanti una strategia di riforme ». Per questo il Pdhaorganizzato una serie di incontri con Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, Rete imprese, Confcooperative e altre categorie sul fronte della crisi economica.
Dopo l’incontro di metà novembre di Bersani con Marcegaglia, Camusso, Bonanni e Angeletti, ci sono state riunioni a livello regionale e provinciale, e ieri c’è stata una tavola rotonda alla sede del Pd a cui hanno partecipato Fassina, la senatrice del Pd e membro della Commissione lavoro Rita Ghedini, i responsabili delle politiche industriali delle sigle sindacali e imprenditoriali.
Si è parlato soprattutto di ammortizzatori sociali, dei limiti dell’attuale sistema e di come costruirne uno migliore. Il Pd ha presentato una proposta che partendo dai dati forniti da Bankitalia (relazione 2009) secondo cui sarebbero 1,6 milioni i lavoratori dipendenti o parasubordinati privi di tutele in caso di sospensione o cessazione del rapporto di lavoro, sottolinea la necessità di «universalizzare» gli strumenti di tutela, prevedendo in caso di perdita del lavoro una «graduale estensione ed uniformazione dei trattamenti di disoccupazione », indipendentemente «dalla causa di disoccupazione e senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa, tipologia di contratti di lavoro». All’incontro si è parlato anche di costi. Si prevede che il finanziamento del sistema mobiliti «risorse stimabili» tra i 4,5 e i 5,5 miliardi di euro. Per il Pd, «a seconda della graduazione dell’intervento pubblico, occorrerà modulare reciprocamente il carico fiscale su imprese e lavoro.
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