lavoro

"Cig, seicentomila a zero ore. Per loro 7500 euro in meno", di Felicia Masocco

C’è una crisi che dura da molto più tempo di quella di governo. È una crisi di cui governo e maggioranza non si sono occupati e ora dà un po’ la nausea vedere quante energie vengono invece impiegate da falchi e colombe nel mercimonio di voti e poltrone. E se nei Palazzi si contano le ore i giorni per capire chi avrà ancora uno scranno e chi no, 1 milione e 630 mila lavoratori italiani contano le ore non lavorate, le relative paghe che non entrano, i giorni che mancano alla fine di un mese da sbarcare in austerity. Sono uomini e donne che tra gennaio e novembre 2010 sono stati messi – chi più a lungo, chi meno – in cassa integrazione. Tra loro ci sono 600mila lavoratori che negli undici mesi non hanno mai messo piede nella fabbrica, nell’ufficio, nel cantiere nel negozio: sono i cassintegrati “a zero ore”. Un’assenza coatta dal lavoro che tradotta in soldi fa 4 miliardi circa, 7.500 euro per famiglia, 683 euro in meno al mese. È la Cgil, elaborando dati Inps, a mettere tutte le cifre insieme, il quadro è deprimente. Il dato di partenza sono le ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio a novembre: sono oltre 1 miliardo e 100 mila. Buste paga decurtate, soldi sottratti ai risparmi (per chi poteva permettersi di risparmiare) ma soprattutto ai consumi, la sindrome della quarta settimana è talmente scontata che non se ne parla più. E ricadute sull’economia: meno reddito, meno consumi, meno produzione, meno ricchezza nazionale, più cassa integrazione, licenziamenti, fallimenti di imprese.

FALLIMENTI A proposito di fallimenti: tra le causali usate dalle aziende per chiedere la cassa integrazione straordinaria (in totale sono state 8.551), quelle per fallimento sono aumentate dell’84% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. È un pezzo d’Italia che se ne va:nona produrre a Detroit o in Polonia, sparisce proprio. Quanto ci vorrà perché queste imprese rinascano? Le cifre Cgil si riferiscono ai tre tipi di “cassa”: la cassa integrazione ordinaria (cigo, in sigla), la cassa integrazione straordinaria (cigs), la cassa integrazione in deroga (cigd). Hanno avuto andamenti diversi nei mesi. Complessivamente la “cassa” a novembre è calata del 10% rispetto a ottobre e subito sono piovuti commenti entusiastici da governo e addentellati. Confrontato con lo stesso periodo 2009, c’è stato però un aumento del 37,8%. La “straordinaria” invece cala rispetto a ottobre (-8,6%) ma se si prendono gli undici mesi di quest’anno e si raffrontano con i primi undici del 2009 l’aumento è stato del 140,6%: in pratica – spiega la Cgil – moltissime aziende passano dalla cassa ordinaria alla straordinaria che è molto più insidiosa: «Molte aziende in cigs tendono infatti a stabilizzarsi su una minore occupazione. Anche perché i consumi non riprendono». Prospettive incerte, dunque. Lo sono ancor di più per chi si trova in cassa in deroga. Questo tipo di ammortizzatore è in genere utilizzato dalle piccole imprese e da alcuni settori non coperti dagli altri due strumenti. Cala a novembre (-9,7% su ottobre), ma in 11 mesi segna un balzo del 249%. Sulla cassa in deroga c’è un bel problema di risorse: «Nell’anno in corso – spiega Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil – sono molti i lavoratori che non ricevono l’assegno per la cigd nei tempi previsti e lo stanziamento previsto per il 2011 potrebbe essere insufficiente, perché mentre il ricorso alla cigd è aumentato del 249%, il governo ha stanziato risorse pari al 2010». Si consideri che tra i lavoratori in cigd, 179mila sono a zero ore: se non corre ai ripari resteranno senza stipendio e senza “cassa”. I settori più colpiti sono quello metalmeccanico, il commercio, l’edilizia. Quanto alla ripartizione geografica, è il nord con le sue industrie a pagare il pezzo più alto, Lombardia e Piemonte in testa. Al Sud la Regione più colpita è la Puglia, al centro è il Lazio. «Quest’anno lavoratori e imprese hanno raschiato il fondo del barile – commenta Scudiere – le prospettive, senza scelte di politica industriale, non sono positive . Il governo continua a non scegliere e a subire decisioni come quelle della Fiat senza individuare politiche di intervento ».

L’Unità 13.12.10

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“Cassa integrazione per 600mila lavoratori nel 2010 hanno perso 7mila euro a testa”, di Paolo Griseri

La crisi divora le buste paga di centinaia di migliaia di lavoratori dipendenti. Nei primi undici mesi del 2010 sono stati coinvolti dalla cassa integrazione 600 mila lavoratori italiani. Ognuno di loro ha perso, in media, 7.516 euro e rischia di superare gli 8 mila a fine anno. Sempre in media infatti ciascuno dei dipendenti coinvolti nella cassa integrazione ha perso oltre 680 euro al mese, una cifra molto significativa che nella gran parte dei casi equivale a metà della busta paga. Ma la cassa ha effetti che vanno al di là delle buste dei singoli: il taglio degli stipendi ha sottratto all´economia italiana oltre 4 miliardi di euro. I dati dell´Osservatorio cig della Cgil fotografano una realtà preoccupante: «Quel che temiamo – spiega il segretario confederale Vincenzo Scudiere – è che nei prossimi mesi, finita la cassa straordinaria, non ci siano i fondi la cassa in deroga che molte aziende stanno chiedendo. Già nel 2010 è aumentata del 250 per cento».
Un massiccio ricorso alla cassa integrazione è previsto anche a Mirafiori, indipendentemente da come si concluderà il braccio di ferro in corso tra Marchionne e i sindacati. Per il 2011 infatti non è comunque previsto l´avvio di nuovi modelli mentre venerdì scorso è stata prodotta l´ultima Multipla. La settimana sarà decisiva per comprendere l´esisto del confronto su Mirafiori. Giovedì Fim e Uilm, firmatarie del contratto nazionale separato dei metalmeccanici del 2009, sono state convocate da Federmeccanica per discutere dell´ipotesi di un nuovo contratto dell´auto. Non è ancora chiaro se l´associazione degli imprenditori intende davvero escludere dalla discussione la Fiom che è presente in molte aziende della filiera dell´auto.
Antipasto della settimana sarà il faccia a faccia tra i tre segretari generali di Fim, Fiom e Uilm in programma oggi. Nel condominio più litigioso di Roma, la palazzina dei sindacati metalmeccanici di corso Trieste, l´appuntamento è alle 16. Scenderanno al pianterreno, dove ha sede la Uilm, il segretario della Fiom dal secondo piano e quello della Fim dal quarto. Una riunione che fotograferà lo stato dell´arte all´inizio di una settimana importante per la vertenza su Mirafiori. Fim e Uilm annunceranno che intendono firmare l´intesa anche sulle parti che la Fiom contesta e che dividono i tre sindacati fin dal contratto di Pomigliano.
Ben diversa la discussione sull´idea di un contratto dell´auto. I tre sindacati hanno tre diverse posizioni. Nettamente contraria la Uilm, che preferirebbe inserire norme specifiche per l´auto nell´attuale contratto dei metalmeccanici. Abbastanza favorevole la Fim, non contraria in linea di principio la Fiom a patto che il contratto dell´auto sostituisca i contratti aziendali e conviva con un contratto generale per i lavoratori dell´industria.
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si è comunque augurato ieri che sia possibile «raggiungere un accordo prima di Natale». Molto dipenderà da come andrà giovedì l´incontro in Federmeccanica. Senza le garanzie sul nuovo contratto dell´auto è difficile immaginare che Fim e Uilm, per quanto favorevoli all´intesa proposta dalla Fiat, possano firmare già venerdì. Probabilmente l´accordo separato (senza la Fiom) arriverà nella settimana di Natale. Poi sarà campagna elettorale in vista del referendum di gennaio.

La Repubblica 13.12.10

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Cassa integrazione, a novembre sale fino a 1,2 miliardi di ore

Continua a crescere la cassa integrazione. Da gennaio a novembre sono state autorizzate 1,2 miliardi di ore, coinvolgendo 600.000 lavoratori. L’impatto complessivo sulle buste paga è di circa 4 miliardi di euro, pari a circa 7.516 euro in meno per ciascun dipendente.
È quanto emerge dalle nuove elaborazioni delle rilevazioni Inps da parte dell’Osservatorio Cig della Cgil. «Per l’anno in corso – spiega il segretario confederale, Vincenzo Scudiere – sono molti i lavoratori che non ricevono il contributo economico nei tempi previsti e lo stanziamento autorizzato per il 2011potrebbe non coprire i costi visto che le ore di Cig in deroga sono aumentate del 248,8% mentre lo stanziamento riflette la stessa cifra del 2009».
Dopo il dato record di ottobre con il superamento del miliardo di ore, nel complesso a novembre cala la richiesta di ore, pari a 90.705.038 (-10% su base congiunturale), ma da inizio anno l’incremento sullo stesso periodo del 2009 è del 37,8%, per un totale di ore pari a 1.117.184.693. Sul totale delle ore si registra una progressiva diminuzione degli strumenti ordinari mentre la cassa in deroga (Cigd) copre una fetta rilevante del totale monte ore.
Nel dettaglio del rapporto della Cgil si segnala il calo significativo della Cassa integrazione ordinaria (Cigo), a novembre -12,7% sul mese precedente, mentre da inizio anno sullo stesso periodo del 2009 la flessione è del 38,9%. La Cigo continua a rallentare e si stabilizza sugli ultimi valori fatti registrare ma, secondo la Cgil, «non si intravede una ripresa produttiva tale da muovere positivamente l’occupazione nei settori produttivi».
Per quanto riguarda la Cassa integrazione straordinaria (Cigs) si registra una diminuzione a novembre sul mese di ottobre del -8,6%, mentre da inizio anno l’aumento resta consistente: +140,6%. I settori maggiormente coinvolti sono: il metallurgico con +396,8% (che resta quello con l’aumento maggiore), il legno con +334,3% e il meccanico con +248,1%.
Continua il trend di aziende che progressivamente passano dalla Cigo alla Cigs e si acuisce il pericolo sulle prospettive occupazionali visto che, osserva la Cgil, «le aziende si stabilizzano su una minore occupazione, soprattutto nell’assenza di una ripresa dei consumi». La Cassa integrazione in deroga cala a novembre sul mese precedente del 9,7%, mentre sul 2009 l’aumento è del 248,8%

Il Messaggero 13.12.10