Dal governo provvedimenti privi di contenuti significativi. Il Pd propone 17 maxiemendamenti
“I provvedimenti della decisione di bilancio per gli anni 2011-2013 sono privi di contenuti significativi e in quanto tali rappresentano una risposta debole e del tutto inadeguata alle aspettative dell’intero tessuto sociale e produttivo del Paese, duramente colpito dalla recente crisi economica e finanziaria ed ora in attesa di interventi per il sostegno alla competitività e dei redditi”. Questo è quanto emerge dalla conferenza stampa al Senato sulla legge di stabilità proposta dal governo dove hanno partecipato il presidente Anna Finocchiaro, il relatore di minoranza senatore del Pd, Luigi Lusi e il capogruppo democratico in Commissione Bilancio, Widmer Mercatali. Il Pd ha presentato 17 macroemendamenti per denunciare l’immobilismo del governo e rilanciare la crescita del Paese.
Anna Finocchiaro ha spiegato che l’azione del Pd è ispirata a un “atteggiamento responsabile nei confronti del Paese”, ovvero la promessa di “approvare la legge di stabilità prima del 14 dicembre”. Poi, ha precisato: “Non si tratta di un’apertura di credito nei confronti di questo governo, che non ne merita. Il nostro giudizio su questa legge resta negativo: non c’è nulla per la ripresa economica, per la finanza pubblica o il recupero della competitività del Paese. Noi, guardiamo al rilancio delle Pmi, del Mezzogiorno, all’aiuto alle famiglie e ai giovani”.
Luigi Lusi enunciando le proposte del Pd ha parlato di “un’operazione di sinergia del Partito che non prevede tagli lineari ma una ristrutturazione della spesa pubblica”. Ha chiarito Lusi: “Da gennaio l’Europa ci chiederà di ridurre il nostro debito pubblico dello 0,45%: sono 45 miliardi di euro più la manovra finanziaria, qualcosa di molto pesante a chiunque tocchi, ma il governo di questo non dice nulla”.
Tra gli emendamenti targati Pd ci sono: misure di sostegno al reddito delle imprese e dei contribuenti; un piano straordinario di interventi a sostegno dell’autonomia finanziaria dei giovani; un nuovo istituto fiscale a sostegno delle famiglie con figli; interventi per trasporto pubblico locale, per il Mezzogiorno e per l’Abruzzo; la ‘no tax area’ per le famiglie più povere; occupazione femminile; il rifinanziamento del 5 per mille; liberalizzazione di alcuni settori e mercati come gas e carburanti; misure per la tutela ambientale, la cultura, lo spettacolo e la cooperazione.
Widmer Mercatali ha parlato delle misure proposte dal Pd, come “provvedimenti per far crescere il Paese, misure quasi banali, tra cui qualche provvedimento tampone per l’immediato. Destinare “il 10% dei 40 miliardi di euro non spesi dai comuni per la messa in sicurezza delle scuole e per rilanciare il settore edilizio.
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Rilievi critici alla legge di bilancio evidenziati dal Partito democratico
Nel complesso, i provvedimenti della decisione di bilancio per gli anni 2011-2013 sono privi di contenuti significativi e in quanto tali rappresentano una risposta debole e del tutto inadeguata alle aspettative dell’intero l’intero tessuto sociale e produttivo del Paese, duramente colpito dalla recente crisi economica e finanziaria ed ora in attesa di interventi per il sostegno alla competitività e dei redditi.
Tali provvedimenti, non delineano alcun obiettivo, né per il prossimo anno, né per quelli successivi, sul terreno della ripresa economica e del controllo degli andamenti della finanza pubblica e soprattutto non prospettano alcun intervento volto a favorire il recupero di capacità competitive del Paese attraverso un netto accrescimento della produttività totale dei fattori. Al contrario vengono proposti tagli consistenti proprio nei settori in cui, vi è necessità di maggiori investimenti di risorse.
Nei Paesi UE e in quelli maggiormente sviluppati le problematiche della crisi economica e di finanza pubblica sono state superate, pur con diversa intensità, con strumenti idonei quali riforme, riduzione degli sprechi e soprattutto con il sostegno selettivo ai settori produttivi e tutti i governi si accingono ad emanare nuovi interventi per il sostegno dell’economia.
Dal punto di vista della crescita economica, i nostri principali competitors internazionali durante la crisi hanno registrato una minore riduzione percentuale del loro PIL e ora nella fase di ripresa dell’economia viaggiano a velocità molto superiore rispetto alla nostra. La crescita mondiale è prevista al 4,4% ed è prevista attestarsi al 4% nel 2011. La Germania nel 2010 cresce del 3,4% e le stime per il 2011 prevedono una crescita del 2%. Gli Stati Uniti crescono del 2,9% e per il 2011 le previsioni sono del 2,5%. Il Giappone cresce del 2,7 % e le stime per il 2011 prevedono una crescita del 2,5%. La Francia cresce del 1,6% e per il 2011 le previsioni sono del 2,5%. Per l’area euro la crescita del 2010 è pari in media al 1,6%, mentre per il 2011 si prevede una crescita del 1,8%.
Per quanto riguarda l’Italia, l’immobilismo e l’attesa di tempi migliori sono stati la sola ricetta con la quale il Governo ha affrontato tanto la fase di crisi quanto quella post crisi ed i risultati a consuntivo sono evidenti.
Noi siamo fermi, purtroppo ad un 1,2% nel 2010 e ad un 1,3% per il 2011.
Senza una forte inversione delle politiche economiche e di bilancio, il Paese rischia di restare indietro proprio nella fase in cui tutte le economie danno evidenti segnali di ripresa, bloccato da tassi di crescita troppo bassi e soprattutto senza un chiaro indirizzo di sviluppo industriale, con un tessuto produttivo ridimensionato, in particolare nella componente delle piccole e medie imprese, privo di adeguate risorse finanziarie e di merito di credito, esposto alla concorrenza sempre più aggressiva non solo dei concorrenti tradizionali ma dei nuovi attori dell’economia emergente, con un mercato del lavoro indebolito e privo di adeguati strumenti di sostegno e riqualificazione per i soggetti che perdono l’occupazione e con una forte distorsione nella distribuzione della ricchezza a discapito delle fasce più deboli della società.
In tal senso, i provvedimenti annunciati confermano nuovamente la pericolosa sottovalutazione da parte del Governo dei problemi reali del Paese.
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