Quando nei dibattiti televisivi i politici di Pdl e Lega si trovano in difficoltà nel difendere l’operato del governo, la ciambella di salvataggio a cui si aggrappano è una sola: i successi del ministero dell’interno nella lotta alla criminalità organizzata. Tutti agitano propagandisticamente la cattura di 28 superlatitanti su 30 durante la gestione Maroni.
Peccato però che, contemporaneamente, nessuno ricordi a chi va il 90 per cento del merito, e cioè a magistrati e forze dell’ordine.
Una dimenticanza che tuttavia non è casuale, visto che questo esecutivo di destra, sostenuto da una maggioranza di destra, da due anni e mezzo sta massacrando poliziotti, carabinieri e altri corpi dello stato con ripetuti tagli ai fondi.
Peraltro, prendendo anche tutti in giro, visto che prima toglie risorse per la sicurezza, poi promette di ristabilirle, ma quando arriva il momento di metter mano ai cordoni della borsa si tira indietro. L’ultimo tradimento è avvenuto in questi giorni. La maggioranza, grazie alla forte pressione di Gianfranco Fini e del ministro Maroni, aveva presentato un emendamento al pacchetto sicurezza che avrebbe dovuto evitare il blocco degli straordinari e degli scatti legati agli avanzamenti di carriera per i poliziotti. Ma la modifica ha avuto vita brevissima, sconfessata in quattro e quattro otto dalla stessa maggioranza. Dietro la ritirata, l’ombra del ministro dell’economia, che ha sacrificato la norma sull’altare dell’integrità dei conti pubblici. Così però Giulio Tremonti accetta di farsi carico di una triste responsabilità: commissariati e questure italiane corrono il rischio di bloccarsi nel 2011, anche perché già stremati da anni di riduzione costante di risorse (nell’ordine di un miliardo l’anno).
Quanto meno “favoreggiatori” del numero uno di via Venti Settembre, gli ex colonnelli Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri, che si sono sempre intestati la rappresentanza politica delle forze dell’ordine, salvo non riuscire a vincere neanche una partita con Tremonti. E non a caso, dopo l’ultima sconfitta, hanno preferito tacere. Non stupiscono quindi i due giorni di mobilitazione organizzati dal Sap, sindacato autonomo vicino al centrodestra, e da altre sigle della polizia forestale, penitenziaria e dei vigili del fuoco. Giovedì distribuiranno volantini in tutta Italia, pure davanti alla villa di Arcore, mentre lunedì prossimo terranno un presidio davanti a Montecitorio, il giorno prima del voto di fiducia. Con la speranza che il 12 gennaio, giorno in cui il pacchetto sicurezza deve essere convertito in legge, l’emendamento possa essere ripresentato e votato. Ma allora forse ci sarà un altro governo. E un’altra prospettiva per l’Italia.
da Europa Quotidiano 07.12.10