L’assedio al Palazzo dei 50mila. Berlusconi: «andate a studiare», di Mariagrazia Gerina
Dimissioni, dimissioni», avanza come in un film verso il parlamento blindato il popolo dei ventenni, scesi a migliaia dai tetti degli atenei, dai licei occupati, dalle università in rivolta. Studenti di geologia, di scienze ambientali, di storia, di ingegneria, di matematica. «Assediamo Montecitorio», scandiscono mentre dalla Sapienza e dagli altri atenei romani si riversano in massa per le vie di Roma. Cinquantamila, forse di più: «Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città», cantano mentre la gente dalle finestre, e persino dalle macchine bloccate, applaude. Davanti, i libri di gomma- piuma a fare da scudo. Giallo, come Gomorra. Verde, come il Satyricon di Petronio. Blu, come la Costituzione. Rossi, come i tagli alla ricerca e all’università scritti a pennarello. Dietro una marea di zainetti e giacche a vento che mentre corre verso il parlamento, in omaggio a Monicelli intona «Brànca-brànca- brànca…leòn-leòn-leòn». «Gli studenti veri sono a casa a studiare, a protestare ci sono solo quelli dei centri sociali e i fuori corso », assicura Berlusconi, da Palazzo Grazioli. I blindati cominciano da lì e …