Mese: Novembre 2010

"La riforma aiuta i baroni", di Maurizio Ferraris

L´impressione è quella di avere a che fare, più che con un ministro, con un curatore fallimentare che considera l´Università una bad company da dismettere. Non sorprende se gli studenti protestano. Il ministro Gelmini ha commentato le proteste per l´Università dicendo che così gli studenti fanno gli interessi dei baroni, poi ha sostenuto che tra i meriti fondamentali della sua riforma c´è il porre fine a parentopoli. Ora, i baroni sembrano assolvere nello specifico della politica universitaria la stessa funzione retorica di spauracchio generico e inesistente che hanno “i comunisti” nella politica generale della destra populista. E stupisce veder riemergere, in contesti storici radicalmente mutati, una categoria che in effetti è stata azzerata (insieme a molte cose cattive o semplicemente vecchie e ad alcune cose buone) dal Sessantotto, ossia cinque anni prima che nascesse il ministro. Questo il ministro non può non saperlo. Così come non può non sapere che la riforma dei concorsi da lei voluta due anni fa, mettendo nelle commissioni soltanto gli ordinari ed escludendone (diversamente che in precedenza) gli associati e …

"Così Napolitano ha riscritto il dl rifiuti", di Gianni Del Vecchio

Il capo dello stato apprezza e non dimentica l’emergenza di Napoli: il nuovo testo del decreto indebolisce Cosentino e Cesaro. La scorsa settimana il ministro Mara Carfagna ha provato a tener fuori «gli affaristi che comandano nel Pdl», come lei stessa li ha definiti, dalla gestione dei termovalorizzatori in Campania, arrivando addirittura a minacciare le dimissioni. Ma è stata sonoramente sconfitta dai “Cosentino boys”, tanto da essere costretta a rinculare e accettare l’egemonia del gruppo dirigente campano, riuscendo però a strappare in cambio del suo subitaneo dietrofront la candidatura a sindaco di Napoli. A proteggere la Campania dall’assalto degli affaristi ci ha però pensato qualcun’altro, con uno spessore ben diverso da quello del ministro delle pari opportunità. Il presidente della repubblica, Giorgio Napolitano ha costretto palazzo Chigi a cambiare il decreto sui rifiuti. Solo dopo aver verificato la bontà dei cambiamenti ha acconsentito a firmare il provvedimento. Modifiche sostanziali, che avranno un effetto politico ben preciso: estrometteranno i due presidenti delle province di Napoli e Salerno, i cosentiniani Luigi Cesaro ed Edmondo Cirielli, dal processo …

"Se il paese torna indietro", di Federico Nastasi* Michele Grimaldi**

Ci sono due milioni di giovani nel nostro paese dei quali nessuno parla. Giovani invisibili, tra i 15 ed i 29 anni, che non studiano e non lavorano: la statistica li chiama˘Neet, nella realtà sono una generazione senza diritti e senza futuro.˘Di questi, il 21% è laureato, il 20,2% diplomato, oltre un milione risiede nel mezzogiorno del paese. Sono lo specchio della crisi che vive l’Italia. In questo contesto il ddl Gelmini si inserisce come un ulteriore passo indietro di quella generazione e del nostro paese. Non difendiamo l’attuale sistema dell’università. Siamo convinti che una Riforma sia indispensabile. Ma non certo quella del ministro Gelmini, sostenuta dalla Crui e Confindustria: semplicemente perché non è una riforma. E’ un bluff che serve solo a mascherare i tagli di Tremonti, impedendo l’accesso in cattedra per i più giovani, smantellando il diritto allo studio per oltre 150 mila studenti. Questi abbandoneranno gli studi, migliaia di ricercatori continueranno a vivere la precarietà, tante altre realtà meno raccontate -come i conservatori musicali, gli enti di ricerca- rischieranno la chiusura. Occorre …

"´Ndrangheta al Nord, salta il comune di Desio", di Rodolfo Sala

Amministratori Pdl coinvolti, si dimettono i consiglieri di Lega e opposizione. Getta la spugna il sindaco pidiellino e arriva il commissario: in primavera elezioni. La ragion di partito, e i vertici del Carroccio, consigliavano prudenza, nonostante i sospetti di infiltrazione malavitosa che gravano sugli amministratori comunali. Ma i leghisti di Desio, paesone di 40mila abitanti nel cuore della Brianza, governato dal centrodestra, se ne sono fatti un baffo. Ieri mattina i loro consiglieri comunali si sono dimessi, insieme a quelli dell´opposizione, Pd e dipietristi. Mettendo in minoranza gli alleati del Pdl e costringendo alle dimissioni il sindaco, eletto solo sette mesi fa. Basta, chiuso, finito: il prefetto ha già nominato il commissario, e a primavera si ritorna a votare. Il tutto sull´onda dell´inchiesta “Infinito”, che nel luglio scorso aveva portato all´arresto di oltre 300 affiliati alla ‘ndrangheta (circa la metà in Lombardia). A Desio nessuno, almeno per ora, risulta indagato, ma i nomi di alcuni esponenti dell´amministrazione – tutti del Pdl – sono finiti negli atti di quell´inchiesta. O perché intercettati, o perché tirati in …

"Giù dal tetto, oggi si va in piazza", di Gioia Salvatori

Salirci è difficile, ma più difficile è scendere. Perché il tetto, una volta che ci sei sopra e finalmente qualcuno si accorge che esisti, diventa un impegno, una missione per sé e per i posteri. I ricercatori che da quattro giorni occupano quello della facoltà di Architettura de La Sapienza, alimentano il vento che soffia forte: ci urlano dentro che per niente al mondo diventeranno “invisibili”. Sono gli “ultimi Mohicani”, hanno cuore e coraggio. Più vicini al cielo che al suolo, dominano i ponti di Roma E affrontano i palazzi della politica che da quel tetto si vedono tutti: tanto vicini geograficamente, quanto lontani idealmente. A loro sono più prossimi i lavoratori vittime della crisi, gli immigrati sulle gru, i cassintegrati sardi, i centralinisti dei call center. A loro, portano rispetto: «Di fronte a un metalmeccanico cassintegrato o a un immigrato in nero noi siamo dei privilegiati. Le nostre battaglie, però, sono contigue», dice Gianfranco che per salire sul tetto ha lasciato a casa la moglie e due figli che il primo giorno gli hanno …

"Il complotto", di Giuseppe D'Avanzo

Un complotto contro l´Italia, dunque. Il governo condivide la preoccupazione di Franco Frattini che esista una cospirazione, «una strategia diretta a colpire l´immagine dell´Italia sulla scena internazionale». L´aggressione al nostro Paese, sostiene il ministro degli Esteri, si alimenta enfatizzando quattro crisi. La tragedia delle tremila tonnellate di rifiuti che soffocano Napoli; il crollo della Domus dei Gladiatorii a Pompei; le investigazioni (fondi neri?) negli affari di Finmeccanica, il primo gruppo industriale italiano nel settore dell´alta tecnologia, tra i primi dieci player nel mondo per Aerospazio, Difesa e Sicurezza; le rilevazioni che Wikileaks si prepara a diffondere, cablogrammi diplomatici con accuse di corruzione, 2,7 milioni di e-mail che il Dipartimento di Stato americano ha scambiato con le rappresentanze diplomatiche nel mondo: conterrebbero «imbarazzanti commenti» su diplomatici e leader mondiali, ce ne sarebbe anche per il nostro Paese e per i nostri leader. Gli eventi messi in fila da Frattini per gridare alla cospirazione non hanno alcun punto di contatto, nessuna coerenza. Anche a forzarne la lettura non possono “far sistema” e sistematico è sempre un complotto. …

"Il “tetto” bipartisan di studenti e professori", di Giulio Peruzzi*

La protesta contro la riforma Gelmini coinvolge docenti e giovani di ogni colore politico ma con lo stesso obiettivo: salvare l’università e la ricerca. Il mondo dell’Università in questi giorni intensifica le proteste contro il cosiddetto ddl Gelmini. A protestare, levando alto il loro disagio, ci sono studenti, docenti universitari (ricercatori, associati, ordinari), rettori, presidi di facoltà, direttori di dipartimento. Migliaia di persone assolutamente non ascrivibili a una definita parte politica. Sono di destra e sinistra, ma non hanno tanto a cuore la loro appartenenza politica. Hanno a cuore l’alta formazione e la ricerca. Hanno a cuore il futuro di questo Paese, avviato a un masochistico declino, la cui rappresentazione metaforica è l’emergenza rifiuti, i crolli del suo patrimonio artistico, la menzogna eretta a sistema, la travolgente parabola dell’illecito che diventa lecito, il successo mediatico che diventa tout court merito. Le forze politiche, che alla Camera stanno approvando il ddl Gelmini di riforma “epocale” (sic!) dell’Università pubblica, vanno avanti senza nessun interesse per quello che questo significa. Se i “futuristi” di fini approveranno la riforma …