"Il maxiemendamento elettorale", di Tito Boeri
Ha un marcato odore di campagna elettorale il maxiemendamento alla Legge di stabilità. Perché la spesa aumenta (e in non pochi casi si tratta di incrementi destinati a rimanere nel tempo) mentre i finanziamenti sono rappresentati per lo più da entrate una tantum o aleatorie. Ci sono inoltre poste che trasferiscono oneri sugli esercizi futuri. Insomma, sembra un maxiemendamento pre-elettorale. Che, senza sviluppo, toglie ulteriormente al rigore. Rigore sì, sviluppo no. Questo, in sintesi, il giudizio sin qui prevalso tra molti commentatori sulla politica economica del Governo. Ma siamo davvero sicuri che si possa parlare di rigore? Il dubbio affiora guardando al maxiemendamento alla legge di stabilità e ai dati sulle entrate tributarie. Il maxiemendamento prevede maggiori spese per circa 5,8 miliardi, non poche di natura strutturale, finanziate in gran parte con entrate una tantum. LE SPESE IN PIÙ Partiamo dalle spese aggiuntive. I capitoli più importanti sono un allentamento al patto di stabilità dei Comuni che vale circa 500 milioni, trasferimenti alle Regioni per sanità, trasporti locali e politiche sociali per quasi un miliardo, …