"Nelle mani degli inquisiti. Le ombre su Governo e Pld", di Federica Fantozzi
Non è un «problema» per il governo, giura Matteoli. «De minimis…» glissa La Russa con un filo d’altezzosità. Nessuna tribolazione, assicura Berlusconi. Due ministri e un premier (troppo?) impegnati a sminare il già accidentato percorso della maggioranza derubricando il «caso Carfagna» a bega locale se non personale. Ovviamente sanno tutti che non è così. Per il Cavaliere il bel volto rabbuiato di Mara, il suo grido di dolore che «il partito è in mano agli affaristi», la tentazione di scendere in campo a Napoli non con gli amici-nemici futuristi ma (forse e peggio) con una lista civica, poneva un’alternativa del diavolo. Da un lato, il simbolo del berlusconismo del terzo secolo, la ministra sexy e competente che può sfatare la maledizione coniugal-politica delle veline uguale ciarpame. Dall’altro, un sistema: il potente e ricchissimo Cosentino, le province e i comuni che controlla, il lucroso business di rifiuti e termovalorizzatori. Con crudezza: rischiare la titolare delle Pari Opportunità o quel manipolo di parlamentari fedeli al coordinatore campano che potrebbero costargli la sfiducia il 14 dicembre? Alla Spendibile …