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"Per avere il permesso di soggiorno bisogna parlare già l’italiano e saper usare il pc", di Alessandra Rubenni

Si alza l’asticella per ottenere il permesso di soggiorno. E per gli stranieri più sfortunati, quelli che nel Paese di origine non sono stati scolarizzati, che non sanno usare il pc o hanno problemi con carta e penna, la prospettiva diventa ancora più nera. La data fatidica è arrivata. Dal 9 dicembre diventa operativo il decreto del 4 giugno 2010 firmato dai ministri Maroni e Gelmini, Interno e Istruzione, che introduce di fatto l’esame obbligatorio di lingua italiana per gli immigrati che chiedono di regolarizzare la propria presenza in Italia per il «lungo periodo ». Per tanti,un ostacolo difficilissimo da superare, che suona come una condanna certa: quella di un ritorno inevitabile alla clandestinità. Il decreto varato questa estate fissa le modalità di svolgimento dei test di lingua – come previsto dall’articolo 9 del decreto legislativo del 25 luglio 1998 – attraverso i quali gli stranieri devono dimostrare di conoscere l’italiano a un livello classificato come “A2” dai parametri europei, ovvero di saperlo parlare, scrivere, leggere e di saperlo usare per «interagire con ragionevole disinvoltura in situazioni strutturate e conversazioni brevi». E se questo già sembra un bello scoglio – tanto che diverse scuole italiane per migranti hanno già manifestato il loro dissenso -, ci si mette pure l’informatica. La trincea sulla quale gli immigrati dovranno affrontare i test saranno infatti delle postazioni pc, anche se chi lo chiederà potrà farlo vergando la propria prova pure su carta. La macchina sarebbe già pronta. Il Ministero dell’Interno fa sapere che il suo “Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione” ha messo a punto la procedura informatica che consentirà la gestione delle domande per sottoporsi ai test. Lo straniero che vuole chiedere il permesso di soggiorno da giovedì 9 dicembre dovrà collegarsi al sito www.testitaliano.interno.it (non ancora disponibile) e da lì avanzare la sua richiesta alla Prefettura di riferimento, che lo convocherà entro 60 giorni per la prova, indicando giorno e luogo. Dunque, se l’iter non si incepperà – e ammesso che come prescritto dal decreto tutto questo non pesi in nessun modo sulle casse pubbliche – via agli esami di “sbarramento” per i permessi di soggiorno, sulla base di criteri di svolgimento e di assegnazione del punteggio stabiliti in modo uniforme in tutta Italia. Chi riesce a ottenere almeno l’80% del punteggio complessivo, con una prestazione che rasenta la perfezione, supera l’esame e dunque può andare avanti in questo percorso a punti, presentando la domanda del permesso di soggiorno alla questura. Chi non ce la fa, dopo la prima bocciatura può invece ripetere la prova un’altra volta. Esentati dall’esame di lingua, solo chi abbia dei titoli di studio o degli attestati che certificano la conoscenza dell’italiano, come nel caso degli stranieri che abbiano frequentato le scuole italiane di primo o secondo grado, i minori che non abbiano ancora compiuto i quattordici anni, chi è venuto in Italia come dirigente, professore universitario o ricercatore, traduttore o interprete; oppure, infine, chi dimostra di «essere affetto gravi limitazioni alla capacità di apprendimento linguistico derivanti dall’età, da patologie o da handicap, attestate mediante certificazione rilasciata dalla struttura sanitaria pubblica». Chi non ha mai avuto accesso all’ alfabetizzazione, si prepari. Ma a un nuovo percorso, di illegalità.

L’Unità 30.11.10