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Ripetente a chi?

Mentre il governo viene di nuovo battuto alla Camera sulla riforma dell’Università, la Gelmini non trova di meglio che polemizzare con Bersani dandogli dello studente ripetente. Ecco i voti del segretario del Pd conseguiti all’Università degli Studi di Bologna pubblicati su Flickr.

Altro che “studente ripetente”, si mettano a confronto i voti di laurea. Pier Luigi Bersani prende la parola in Aula per la dichiarazione di voto a nome del Pd sulla riforma dell’Università e polemizza con il ministro dell’Istruzione: “Mi rivolgo al ministro Gelmini, vedo che non gradisce che io vada sui tetti. Primo, vorrei confermarle che io vado e andrò davanti ai cancelli di una fabbrica in crisi, all’Asinara dove ci sono operai da ascoltare e sui tetti, dove andavo anche da ministro.
Secondo – aggiunge – vedo che il ministro Gelmini mi dà dello studente ripetente: io domani metterò su internet i voti di tutti gli esami di laurea, mi aspetto che il ministro Gelmini faccia altrettanto, compreso il giro turistico a Reggio Calabria…”.
Il segretario del PD si riferiva al fatto che il ministro passò l’esame d’iscriizone all’Albo bel lontano dalla sua Lombardia, in Calabria, come scriveva Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera già nel 2008.
Dopo poche ore, sulla sua pagina di Flickr il segretario del Pd ha pubblicato un’immagine con i voti conseguiti da Bersani durante gli studi presso l’Università di Bologna (laurea in Filosofia con 110 e lode). Vedremo se la maestra Gelmini farà altrettanto tale da giustificare la definizione di “ripetente”. Il ministro della (d)istruzione è molto esperta in plateali autogol e non è detto che ceda anche lei alla tentazione di mettersi alla prova su chi sia il “migliore della classe”. Del resto alla Gelmini va riconosciuto il primato storico e unico di essere riuscita a mettersi contro tutto il comparto del Sapere, dalla scuola dell’infanzia all’università. Un vero record internazionale.

Va aggiunto che queste schermaglie politiche arrivano contemporaneamente al voto della Camera dove il governo è andato sotto due volte sulla riforma, alle proteste degli studenti in tutta Italia e dopo che il segretario del PD era salito sui tetti della facoltà di Architettura a Roma per condividere la protesta dei ricercatori colpiti dai tagli del ddl sull’università.

Sconfortata dall’ennesima battuta d’arresto, la Gelmini si è detta pronta a ritirare il disegno di legge. Sulla pressione del Pd, il voto finale di Montecitorio sul provvedimento, che era atteso nel pomeriggio è slittato a martedì, poi il ddl passerà al Senato. Il ministro dell’Istruzione ha riferito che “se saranno votati emendamenti il cui contenuto stravolge il senso della riforma, mi vedrei costretta a ritirarla”. Un’affermazione che è stata abbracciata da Bersani che ha replicato: “Gelmini ritiri subito il ddl e iniziamo a discutere come correggere alcune distorsioni di questa legge e come trovare risorse per sostenere il diritto allo studio e alla ricerca”. Dario Franceschini, capogruppo del Pd, ha commentato così il risultato: “I numeri per la sfiducia ci sono: si tratta solo di verificare la volontà politica di far cadere il governo”.
Il vicepresidente vicario dei deputati del PD, Michele Ventura, lancia un ultimatum: “Abbiamo bloccato alla Camera la brutta legge sull’università, la Gelmini ha quattro giorni di tempo per ritirarla e discutere con gli studenti e i ricercatori che protestano prima di tornare martedì nell’aula di Montecitorio dove il governo é stato sconfitto quattro volte”.

Poi fa chiarezza su un punto che si tenta di ribaltare: “Noi non stiamo difendendo i baroni, come dice il ministro e il centrodestra, noi stiamo difendendo l’università italiana. Condanniamo qualsiasi atto estremista e qualsiasi assalto alle sedi istituzionali e siamo a fianco di chi sta portando all’attenzione di tutti il disagio degli atenei. E vogliamo che venga riconosciuto il merito, ma davvero e non come dice, senza poi fare, la Gelmini. Le occupazioni di facoltà, i cortei e i sit in che stanno interessando ogni angolo del Paese dovrebbero far riflettere tutti. Mi auguro che nessuno esasperi o manipoli la situazione”.

Insomma il Pd continua ad esprimere una dura condanna contro tutti gli atti di violenza che si sono svolti a margine delle manifestazioni studentesche. Le immagini che le televisioni hanno trasmesso per l’attacco di alcuni facinorosi contro la sede del Senato hanno in parte oscurato il senso delle migliaia di proteste civili svolte in tutta Italia. Alla stessa maniera va però evidenziata la controinformazione propagandistica di alcuni Tg (quello di Rai1 sempre al primo posto) che ha celato la protesta e il disagio generale che il ddl Gelmini sta provocando alle le famiglie italiane e la 61ma sconfitta del governo in Aula per enfatizzare solo gli scontri tra gli studenti e le forze dell’ordine.

Francesca Puglisi, Responsabile Scuola della Segreteria Pd spiega: “Siamo preoccupati per lo stato di forte tensione che attraversa il Paese. La protesta degli studenti è il sintomo della drammaticità di chi si vede senza futuro, costretti a pagare il conto di una crisi economica mai governata e sottovalutata che viene scaricata interamente sulle spalle delle giovani generazioni”. Già perché migliaia di precari buttati per strada, disoccupazione giovanile record, tagli dissennati a scuola e Università hanno esasperato una situazione già grave, per cui conclude: “Il governo si fermi. E il ministro Gelmini faccia un passo indietro e rinunci a un provvedimento spacciato per riforma ma che è l’ennesima sequela
di tagli”.

Il PD continua a battersi perché “la partita è ancora aperta. Per questo martedì 30 saremo ancora in piazza al
fianco del mondo dell’università e della ricerca, partecipando alla manifestazione della Flc-Cgil” annuncia Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani democratici.

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