"Abbiamo bisogno sia del pane sia delle rose", di Daniele Lucchetti*
Nel giorno in cui il mondo dello spettacolo scende in piazza contro i tagli alla Finanziaria, vorremmo parlare in maniera corretta. Non siamo un esercito di sfaccendati privilegiati ma un esercito di 250.000 lavoratori che di audiovisivo vive e che attraverso il suo lavoro alimenta l’immaginario di un paese. Quella visione fasulla e pretestuosa è stata sostituita dalle parole e dalle richieste che proponiamo da tempo, quasi che fossimo riusciti a generare una visione del cinema italiano che «suona» bene e che è giusta per chi conosce ed ama il nostro lavoro. Abbiamo ascoltato promesse per il rinnovo degli incentivi fiscali e del FUS, promesse per cui ci batteremo affinchè siano mantenute, ma crediamo ci dovrà essere anche dell’altro se non vogliamo ritrovarci tra un anno nelle stesse piazze ad urlare gli stessi slogan. Mi piacerebbe sottolineare solo tre argomenti a cui teniamo particolarmente. Primo punto: non vogliamo più essere connessi alla poltica e soprattutto al giudizio dei governi, qualsiasi essi siano. Siamo disposti ad un profondo ripensamento del sistema di finanziamento pubblico del cinema, …