Giornata di mobilitazione contro i tagli della manovra economica, per una scuola pubblica libera, partecipata e di qualità. In piazza anche Fausto Raciti, segretario dei giovani democratici.
Agli studenti italiani la riforma Gelmini non piace, così hanno manifestato in 100 piazze del Paese, uniti dal pacifico grido: “Il futuro è adesso, riconquistiamolo!”, sull’onda di un movimento mondiale per il diritto allo studio. Un movimento che si sta diffondendo a macchia d’olio in varie capitali europee.
Fra le principali piazze italiane: Venezia, Padova, Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma, Ancona, Napoli, Lecce, Palermo, Catania, Bari, Reggio Calabria, colmedi giovani studenti, circa 200000, con l’obiettivo di collaborare tutti insieme per formulare proposte atte a riformare l’istruzione pubblica e rilanciare la ricerca, ottenere fondi per l’Università e la Scuola pubblica da investire nell’edilizia scolastica e sulle borse di studio.
Le manifestazioni di oggi sono scaturite da mesi di proteste, assemblee, sit-in, cortei ma soprattutto occupazioni e autogestioni di scuole ed università, contro i tagli del ministro Gelmini, contenuti nella Manovra economica di Tremonti. L’esasperazione ha raggiunto il culmine dopo l’ultimo, sconcertante aumento dei fondi alle scuole e agli atenei privati, approvato nel maxiemendamento.
Il Partito democratico è a fianco degli studenti, degli insegnanti, dei precari della scuola e delle famiglie, che stanno lottando per ottenere un diritto che in un Paese civile quale il nostro si definisce, dovrebbe essere ormai assodato: avere una scuola libera e partecipata, per creare una società emancipata e democratica.
Firma la campagna del PD con le proposte per una scuola pubblica di qualità approvate dall’Assemblea nazionale.
Per il Capogruppo Pd in Commissione Istruzione a Palazzo Madama, Antonio Rusconi “la motivata protesta, non solo fra gli studenti ma anche tra i docenti e i genitori, nasce dall’effettivo impoverimento dell’offerta educativa e formativa e dal bisogno di invertire la rotta. D’altra parte Gelmini – se si è fatta svaligiare le sue risorse dal Ministro Tremonti e oggi non è in grado di offrire alle famiglie italiane una scuola a tempo pieno come richiesto, nonché le supplenze necessarie, e tante altre cose fondamentali – non può dare la colpa agli studenti che scioperano o all’opposizione. Dopo tre anni di malgoverno e una serie di provvedimenti, frutto solo di scelte economiche ispirati al risparmio, la scuola italiana ha perso posizioni e credibilità nelle classifiche europee e dell’Ocse. Nello sport un allenatore sarebbe già stato licenziato. La Gelmini è fortunata. Forse Berlusconi la toglierà dall’imbarazzo”.
E il ministro Gelmini, come reagisce a questo fiume di giovani che protestano per le sue politiche inadeguate e dannose? “Slogan vecchi. Avanti con la riforma”, dice serafica alle telecamere.
Immediata la reazione di Fausto Raciti, Segretario nazionale dei Giovani democratici. “La risposta del Ministro Gelmini alle manifestazioni degli studenti di oggi è semplicemente ridicola. A lei, che chiede il coraggio di cambiare, chiedo a mia volta: e i soldi per cambiare la scuola, dove stanno? L’unico atto di coraggio dovrebbe già averlo fatto lei dimettendosi di fronte ad un governo che ha cancellato scuola, università e ricerca dall’agenda e dalle voci di bilancio. E’ ancora in tempo per un atto che salverebbe almeno la sua dignità e che costa poco, dato che il 14 dicembre questa pagina di storia dell’Italia sarà chiusa”.
Anche Michele Grimaldi, Responsabile Saperi dei Giovani Democratici, ha commentato le dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione “La Gelmini sembra un disco rotto. Le chiediamo un gesto di dignità: visto che non riesce a cambiare la scuola e l’università almeno cambi il suo ‘spin doctor’, in quanto gli oltre cento cortei di stamani, sono la dimostrazione del fallimento totale, politico e legislativo, del Governo Berlusoni”. Quindi ha proseguito il giovane democratico: “Basta con i tagli di Tremonti, basta col progetto conservatore della Gelmini: gli studenti del nostro Paese chiedono un sistema dei saperi moderno e solidale, più servizi, migliore qualità della didattica, fondi veri per il diritto allo studio. Fortunatamente per la nostra generazione dal 14 Dicembre inizierà un’altra Italia”.
“Gli studenti vogliono prendere nelle loro mani il futuro che li riguarda. E questo andrebbe salutato con soddisfazione”, ha ribadito la senatrice del Pd Vittoria Franco della Commissione Cultura a Palazzo Madama. “La ministra Gelmini e altri esponenti della maggioranza sanno invece solo stigmatizzare….Tagli e solo tagli, punizione, meno ore di studio, meno materie, classi più numerose. Altro che premiare il merito!”. Ha concluso Franco: “Finalmente qualcuno alza la voce per far sentire che la pazienza è finita”.
Ci sembra palese che la scelta di questo governo di tagliare sull’istruzione pubblica celi l’intenzione ben precisa di eliminare l’alternativa culturale e il pensiero critico nel nostro Paese, ma il Partito democratico si batte contro questa precisa volontà, alla Camera al Senato, nelle piazze, tra la gente. Perché il Pd, ha come fondamenta proprio l’affermazione del diritto allo studio, del diritto ad avere pari opportunità tra i cittadini proprio ciò che questa riforma vuole cancellare.
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