Per effetto della riforma, la valutazione degli alunni cambia. Cercasi concertazione sul modus. Storia e geografia alle superiori avranno un solo voto in pagella e non più voti distinti. È questo uno dei chiarimenti più importanti contenuti in una circolare emanata dal ministero dell’istruzione il 9 ottobre scorso (prot. n.AOODPIT3320). L’amministrazione centrale è intervenuta a scogliere alcuni dubbi rappresentati dalle istituzioni scolastiche sulle procedure da adottare per la valutazione degli alunni a seguito dell’entrata in vigore della riforma nelle prime classi.
In particolare per quanto riguarda i criteri da seguire nel caso in cui le discipline abbiano cambiato nome oppure siano state accorpate. Per quanto riguarda le discipline accorpate, come per esempio storia e geografia, l’amministrazione ha spiegato che in ogni caso sulle pagelle dovrà comparire un solo voto. Anche se resta pienamente legittima l’adozione di valutazioni separate sul registro del docente. Altrettanto legittima è l’adozione di prove scritte per valutare discipline orali. Fermo restando che, nelle discipline dove la legge non prevede l’espressione di valutazioni distinte tra scritto e orale in sede di scrutinio, sulla pagella dovrà esserci un voto unico. A prescindere dal fatto che il docente abbia optato per le prove scritte o per quelle orali, oppure per tutte e due contemporaneamente. Ciò vale, per esempio, per matematica e informatica: due materie che, in molti casi, sono insegnate dallo stesso docente e che dovranno confluire in un voto unico sulla pagella. Idem per scienze integrate , che comprendono, per esempio, scienze della terra e biologia. Oppure ancora per scienze umane. Per il resto vige il criterio del salvare il salvabile. E dunque, se le nuove discipline, nonostante il cambio di denominazione giuridica, risulteranno pressoché sovrapponibili a quelle vecchie, i criteri di valutazione rimarranno identici. Come se nulla fosse successo. Per esempio, nella prima classe del liceo classico di nuovo ordinamento, vi sono insegnamenti a più prove, quindi con voto distinto per lo scritto e per l’orale. È il caso di lingua e letteratura italiana, lingua e cultura latina, lingua e cultura greca, lingua e cultura straniera. E siccome questi insegnamenti sono riconducibili ai corrispondenti insegnamenti ginnasiali di lingua e lettere italiane, lingua e lettere latine, lingua e lettere greche e lingua e letteratura straniera, che già prevedevano, quali prove di esami interni, prove scritte e orali, i docenti dovranno continuare a lavorare come facevano prima della riforma. In buona sostanza, dunque, il nome è cambiato, ma le discipline restano le stesse. E rimane identico anche il processo di valutazione e documentazione degli esiti di tali valutazioni. Se invece gli insegnamenti non sono sovrapponibili, allora bisognerà sedersi intorno a un tavolo e trovare una soluzione provvisoria. Per lo meno fino a quando non saranno adottate le modifiche la regolamento sulla valutazione previste nell’art. 14, comma 8 del decreto del presidente della repubblica 122/2009. Per evitare soluzioni a pelle di leopardo l’amministrazione ha suggerito di discuterne tra presidi, almeno regione per regione, in apposite conferenze di servizio. Anche se la decisione finale spetterà sempre ai collegi dei docenti. E quindi il rischio di interpretazioni non univoche c’è sempre. Quanto alle classi a esaurimento (II,III,IV e V) non interessate dalla riforma, l’amministrazione centrale ha ricordato che non è cambiato nulla rispetto al passato. Salvo mere riduzioni del numero delle ore di lezione che hanno lasciato invariati gli ordinamenti. In questi casi i docenti dovranno attenersi rigidamente alla normativa previgente.
da Italia Oggi 16.11.10