Giorno: 12 Novembre 2010

"Eco-incentivi, indietro tutta", di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante

Se non vi saranno novità, dal prossimo gennaio gli italiani non potranno più contare sul credito d’imposta del 55% per le ristrutturazioni di appartamenti e condomìni a fini di miglioramento energetico. Il centrodestra aveva promesso il rinnovo dell’incentivo, introdotto 4 anni fa dal governo Prodi. E nei giorni scorsi circolava l’ipotesi che la proroga venisse inserita nel maxiemendamento alla Finanziaria: così non è stato, e ormai siamo decisamente in “zona-Cesarini”. Questa scelta, o non-scelta, è al tempo stesso stupefacente e comprensibilissima. Da una parte, questo governo e questa maggioranza hanno sempre guardato all’ambiente come ad un optional, tanto più irrilevante in tempi di crisi economica. Per loro, come disse qualche mese fa Berlusconi, «occuparsi d’ambiente quando c’è la recessione è come andare dal parrucchiere con la polmonite». Così, di Finanziaria in Finanziaria, sono stati più che dimezzati i fondi per i parchi, per la lotta al dissesto idrogeologico, per la difesa della biodiversità. E però, la decisione di far morire gli eco-incentivi alle ristrutturazioni delle case è ancora un passo oltre questa idea generale così …

"La scuola della disuguaglianza", di Marina Boscaino

Mentre tutti i 26 Paesi dell’Unione Europea si attrezzano per sostenere l’avanzamento dell’obbligo scolastico, per fare in modo che i ragazzi stiano il più a lungo possibile a scuola (il nostro – il 27° – è l’unico ad avere l’obbligo sotto i 15 anni); mentre – mancato il programma di Lisbona 2010 – i Paesi europei si sono ridati per il 2020 l’obiettivo di aumentare il numero dei giovani tra i 20 e i 24 anni con un diploma di scuola superiore; mentre fior di ricerche dimostrano i costi sociali della dispersione, nonché i vantaggi economici a lungo termine di un aumento della scolarizzazione; mentre accadono queste ed altre cose, nella nostra sgangherata Italia, nell’Italietta che vive alla giornata, o meglio al minuto, si segna una delle pagine più nere delle politiche dell’istruzione da sempre fino ad oggi e si compie un enorme passo avanti verso la demolizione del progetto di innalzare l’obbligo scolastico a 16 anni. La Camera ha infatti approvato il ddl Lavoro, che introduce – in sostituzione dell’ultimo anno di biennio – …

«Macerie di democrazia»: l'Italia a L'Aquila il 20 novembre

Diciannove mesi dopo le 3.32 del 6 aprile 2009 gli aquilani fanno duramente i conti con una ricostruzione che non c’è, non è mai iniziata e non si vede all’orizzonte. Si sentono all’«epicentro della crisi» che coinvolge il paese intero e chiamano a raccolta tutti gli italiani per una grande manifestazione indetta per il 20 novembre nel martoriato centro del capoluogo abruzzese. Doppia è infatti la piattaforma delle rivendicazioni: una strettamente inerente agli immensi problemi degli abitanti del bacino colpito dal sisma, lasciati soli nonostante la propaganda del governo. «Solo per fare un esempio – dice Annalucia del comitato “L’Aquila Anno 1” – il Governo ci fa tornare a pagare la tutte le tasse, saremmo trattati meglio se fossimo stati evasori, che riportano il capitale in patria con il 5%». L’altra piattaforma fa appello al resto del paese, «perché la situazione dell’Aquila – dice ancora Annalucia,– non è solo un problema locale ma è il paradigma di tutte le crisi italiane, il denominatore comune sono le emergenze gestite con le deroghe, con i commissariamenti, con …

"Basso Impero", di Michele Brambilla

Non è detto, non è affatto detto che l’impero di Silvio Berlusconi sia arrivato al capolinea: l’uomo ha più di sette vite e lo ha già dimostrato tante volte. Magari rivincerà le elezioni e non farà prigionieri. Ma in questi giorni il clima è un clima da fine impero, e quando finisce un impero si scatenano gli istinti più bassi, la ribalta è degli ex fedelissimi che tradiscono e dei nemici che infieriscono, e questa è una delle cose peggiori perché non c’è niente di più vile che infierire su chi cade. Sono giorni già tante volte vissuti in questo Paese, i giorni del «mai stato fascista, io» e del «mai stato craxiano, io». Pare si attenda da un momento all’altro un’immancabile apocalisse, forse anche una catarsi, crescono da una parte la voglia anzi la necessità di riciclarsi e dall’altra quella del regolamento di conti. Per un po’ sarà il caos, come dopo il 25 aprile: si starà alla finestra, un po’ di qua e un po’ di là in attesa di capire come va …