Oggi l’assemblea «verso la conferenza delle donne». Il percorso
previsto dal partito democratico che si faranno iniziative in tutte
le città e i comuni per arrivare, a fine gennaio, alla conferenza nazionale. Il mantra di politici e analisti: il problema non è etico, non ci interessa la vita privata del premier. Eppure, quelle minorenni alla corte di Arcore sollevano anche una questione morale, altrimenti perché Berlusconi avrebbe rinunciato a presentarsi al pubblico delle famiglie? «Certo che esiste un problema morale, questo anche Bersani lo ha detto, “non
sono mica noccioline”», protesta Roberta
Agostini che, per la segreteria del Pd, sta preparando la Conferenza delle donne. «Quel suo comportamento privato ha un profilo pubblico.
Lui dice che ama le donne ma, in realtà, quell’idea delle donne come riposo del guerriero, le offende. Il vecchio e ricco presidente del consiglio che si circonda di ragazze trasmette
un messaggio tremendo e credo che anche molte donne che hanno votato per il centro destra ne siano avvilite».
In realtà, pensa Agostini, «in Italia c’è ancora un gigantesco lavoro culturale da fare, insieme alle proposte concrete sul lavoro e la dignità delle donne, perché c’è un nesso fra quel messaggio che Berlusconi trasmette, le condizioni reale delle donne e alcune scelte politiche fatte o non fatte». È uno dei temi che Agostini affronterà oggi nell’assemblea «verso la conferenza delle donne».
La Conferenza è un organo permanente previsto dallo Statuto del Pd insieme alla norma paritaria del 50%. Il percorso prevede che da oggi si faranno iniziative in tutte le città e i comuni per arrivare, a fine gennaio, alla conferenza nazionale.
Esempi di scelte politiche: è stata cancellata la legge, fatta dal centro sinistra, che proibisce la lettera di dimissioni in bianco che le aziende custodiscono in previsione di una gravidanza
indesiderata (dall’azienda); oppure la nuova legge sui consultori della regione Lazio, con il calvario, per la donna che scelga l’aborto, di dover sottostare a un esame della commissione bioetica. E ancora, l’aumento dell’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego senza alcuna compensazione, «né di carriera né di sostegno alla maternità ».E ancora, «il piano anti-violenza totalmente privo di risorse come senza risorse e senza definizione di tempi e obiettivi sono le politiche sull’occupazione femminile».
Mentre le condizioni reali emerse dai dati Istat presentati alla conferenza delle famiglie ci raccontano, insiste Agostini, che «le donne non ce la fanno più, infatti i tre quarti del lavoro familiare delle coppie, il 76,2%, pesa sulle loro spalle» e, se non bastasse la scarsa quantità di collaborazione, si deve guardare alla qualità: gli uomini giocano con i bambini e fanno la spesa ma non stirano e non puliscono. I dati sulle coppie giovani, precisa l’esponente Pd, per fortuna ci dicono una cosa diversa: «Nei ragazzi è più radicato e forte il piacere di condividere i compiti familiari, è il modello a cui si ispira la destra che è arretrato». Poi c’è il capitolo dolente, anche per il Pd, delle donne nella politica. Basta un giro per i siti dei consigli regionali: nel Lazio su 14 eletti Pd non c’è nemmeno una donna, in Toscana (una delle situazioni migliori) su 24 eletti ci
sono 5 donne; in Veneto c’è la capogruppo Laura Puppato, la
scorsa consiliatura le donne era pari a zero; in Campania le donne elette sono 3 su14(ha fatto meglio il centro destra che ha 8 consigliere su 21).
Le leggi elettorali non sono indifferenti, dal punto di vista della
rappresentanza femminile che, spesso, non è espressione di poteri costituiti e forti. Da questo punto di vista la situazione più difficile èquella della preferenza unica che produce un «cannibalismo interno alla lista», ci vuole in questi casi,
almeno «la doppia preferenza».
L’Unità 12.11.10