Più di un’ora al Quirinale per i leader sindacali chiamati dal presidente della Repubblica per una colazione di lavoro che, dopo molto tempo, è stata l’occasione per ritrovarsi attorno allo stesso tavolo. A discutere e confrontarsi sui problemi pressanti del Paese che si trova a fare i conti con una crisi senza precedenti. A questo punto non solo economica ma anche politica. Un benvenuto affettuoso per Susanna Camusso da pochi giorni segretario della Cgil,un gesto «molto carino», un saluto cordiale per Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella, i leader di Cisl, Uil e Ugl. Un incontro all’insegna della cordialità pur nelle inevitabili differenze che anche in questa occasione si sono manifestate. Contrapposizioni ed anche scontri fin qui ci sono stati nel segno dell’autonomia e di legittime visioni diverse ma il presidente ha insistito sulla necessità «nel bene del Paese» di verificare spazi di azione comune se non di unità.
LA SITUAZIONE La sua preoccupazione per la situazione economica e politica del Paese Napolitano non l’ha mai nascosta, ancor più in questi giorni. Non è ancora questo il momento in cui lui può intervenire con atti formali sull’evolversi della crisi politica. Ma è questo, come lo è stato in passato e lo sarà in futuro, il tempo in cui richiamare la massima attenzione di chi, pur in ruoli diversi, ha nelle mani il futuro del Paese. I rappresentati sindacali hanno questa responsabilità da condividere con le altre parti sociali. E il presidente con loro ha affrontato i temi del lavoro, dell’occupazione, le difficoltà dei giovani e le auspicate prospettive di sviluppo. Il ruolo che il sindacato deve avere per ritrovare la coesione sociale indispensabile per riuscire a raggiungere la luce in fondo al tunnel. Napolitano ha ascoltato con attenzione. Ha colto e compreso le differenze e le disponibilità mostrando «un’eccezionale sensibilità». «Lavorate per la coesione sociale» è stato l’invito del presidente che ha ancora una volta confermato il valore che lui ha sempre riconosciuto al mondo del lavoro e, quindi, ai sindacati che si è augurato il presidente tornino al dialogo. Nel corso dell’incontro è stata ipotizzata la possibilità di un’iniziativa unitaria in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, una scadenza importante nella storia del Paese, a cui il mondo del lavoro dette un indiscutibile contributo per il positivo risultato finale. Proprio nel solco di una possibile ritrovata unità si va ad inserire la proposta dalla Cgil per una manifestazione sulla legalità. «Proporremo – ha detto Camusso – una manifestazione sul tema del lavoro nero, sulla criminalità e sul Sud a partire dalla Calabria».
LEGALITÀ L’iniziativa si potrebbe tenere tra la fine di quest’anno o l’inizio del prossimo. Bisogna vedere quale sarà la risposta degli altri sindacati alla proposta della Cgil. Ma
proprio per la Cgil c’è un problema in più da ieri. Il Comitato Centrale della Fiom ha chiesto alla Cgil di sospendere il tavolo aperto con la Confindustria sulla produttività e ha confermato la richiesta di proclamare lo sciopero generale di tutte le categorie. La Cgil ha definito la discussione sulla produttività una «sfida da accettare». Una dichiarazione quella della Cgil apprezzata dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che si augura si trovi presto un’intesa.
L’Unità 09.11.10