Con 274 voti a favore della mozione e 261 voti contrari è stato approvato la modifica presentata da Matteo Mecacci, radicale del Pd, alla mozione sul trattato di Amicizia Italia-Libia, che prevede l’impegno a chiarire i termini degli accordi . Il governo è stato battuto, nell’Aula della Camera che ha approvato l’emendamento presentato da Matteo Mecacci, radicale del Pd, alla mozione sul trattato di Amicizia Italia-Libia. Nell’emendamento si chiede che i respingimenti vengano effettuati in base agli accordi internazionali e ai principi umanitari. Il governo aveva dato parere contrario.
Votando con l’opposizione su un emendamento alla mozione che impegna l’esecutivo a rivedere il trattato di “amicizia” con la Libia, con 274 voti a favore della mozione e 261 voti contrari Futuro e Libertà fa quindi il primo sgambetto all’esecutivo, dopo la rottura sancita da Gianfranco Fini a Bastia Umbra. Per ora, si tratta solo di una sorta di ‘prova di forza dimostrativa’. Ma resta un chiaro messaggio indirizzato al governo e al premier.
L’emendamento, a firma del radicale Mecacci del gruppo Pd, richiede all’esecutivo di “impegnarsi a rivedere il trattato di amicizia con la Libia alla luce di quanto accaduto recentemente, a chiarire i termini degli accordi relativi ai pattugliamenti congiunti in corso, in particolare per quanto riguarda la catena di comando e le regole d’ingaggio, incluso l’uso delle armi durante tali operazioni; ad attivarsi, sia attraverso i contatti bilaterali con Tripoli, che a livello internazionale, per ottenere che la Libia riconosca i confini marittimi sanciti dal diritto internazionale e consenta ai pescatori siciliani di pescare legalmente in acque internazionali senza il rischio di subire attacchi armati o il sequestro dei pescherecci”.
Previsto anche che si sospenda “la politica dei respingimenti dei migranti in Libia, anche alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi, dato che tale politica viola sia il principio fondamentale di non respingimento (non-refoulement) previsto dalla Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati del 1951 (ratificata dall’Italia nel luglio 1954) e considerato un principio di diritto internazionale generale, sia il pieno accesso alle procedure di asilo nell’Unione europea”.
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