Da domani battere il marciapiede o il ciglio della provinciale sarà più difficile e soprattutto più rischioso. In strada, beninteso. Perché se si è professioniste del più antico mestiere del mondo al calduccio della casa propria o altrui, da domani non cambierà proprio nulla. Per non parlare di quella ormai larga fetta di prestazioni erotiche che si avvalgono della rete e che, in virtù della liberalizzazione di segno opposto per il web, saranno agevolate invece che intimidite dalla stretta governativa.
La quasi ovvia considerazione che ne consegue è che tutto diventa più semplice se ci sono di mezzo i soldi. Bastano infatti un po’ di dimestichezza con il computer per «ottimizzare» il contatto con la clientela, un letto sotto e un tetto sopra la testa, per prostituirsi in santa pace. Senza dover temere quel foglio di via che da domani sarà elargito rigorosamente alle prostitute in flagranza di reato. Cioè, sempre che il reato ci sia. Cioè, solo se il mercimonio è esercitato in un Comune in cui il sindaco abbia emesso un’ordinanza che ne vieta l’esercizio – su strada. Se l’ordinanza c’è, da domani potrà partire il foglio di via. Ma mica per tutte, beninteso. Solo per le straniere. In primis extracomunitarie, poi anche le straniere d’Europa, per le quali l’espulsione è pressoché simbolica, vista la libera circolazione di merci e persone in vigore.
In sostanza, il provvedimento è una bislacca sequenza di discriminazioni: è riservato ai Comuni provvisti di ordinanza (non è difficile prevedere una fulminea mappatura del nostro territorio, con indicazione dei Comuni sì e Comuni no). Riguarda solo la prostituzione di strada, quella che fa chi non ha le risorse per esercitare sotto un tetto. Punisce soltanto le prostitute straniere, e stabilisce una disparità di trattamento fra chi arriva da lontano e chi da vicino. Infine, ma non certo perché si tratti di una quisquilia, mette in secondo piano il cliente. Colui che, per dirla in parole povere, fa girare il mercato.
Qui casca l’asino. A fagiolo e con un tempismo grottesco, vista la ribalta mediatica di cui in questi giorni gode (si fa per dire) l’«utilizzatore finale» (in senso astratto). Ma anche perché se nell’ormai arenato disegno di legge Carfagna le sanzioni contro la prostituzione prevedevano l’arresto o la multa per il cliente, nell’urgente provvedimento di oggi questo capitolo compare in secondo piano. Potrebbe diventare punibile sulla strada, ma non in quella comoda intimità del web di cui si avvalgono fornitrici di servizi provviste di casa e/o entrature in discoteche vip, e fantasmatici consumatori. Per loro, da domani sarà tutto ancor più facile di quanto già non fosse prima.
La Stampa 06.11.10