In tanti lo aspettavano al varco, ma era difficile immaginare che Rocco Sabelli avrebbe finito con l’ammettere quel che molti sospettavano in una dichiarazione contenuta nell’ennesimo libro scritto da Bruno Vespa. «La mia opinione personale – ha dichiarato l’amministratore delegato di quella che è ancora la compagnia di bandiera -, che trasformerò in una raccomandazione agli azionisti, è quella di costruire un “merger” tra Alitalia e Air France/Klm per confluire in un aggregato più grande». PIOGGIA DI REPLICHE Apriti cielo. Anche perché, come si ricorderà, nella complessa trattativa che aveva portato al salvataggio di Alitalia, in parte a spese dei contribuenti, uno dei punti fermi era il mantenimento dell’italianità dell’azienda, tanto è vero che venne introdotto un periodo di cosiddetto “lock up”, fino alla cui scadenza (nel 2013) gli azionisti non possono cedere quote della compagnia. Ed a poco è valso il tentativo di correggere parzialmente il tiro da parte dello stesso Sabelli. Prima, l’amministratore ha specificato che «l’azionariato che controlla Air France è per il 14 per cento in mano al governo francese e per il 12inmanoal personale. Non è detto che i nostri soci non possano avere una partecipazione sull’eventuale aggregato in modo da mantenere a un livello rilevante il peso della proprietà italiana». Poi, con la bufera delle reazioni ormai in pieno corso, Sabelli ha precisato che la sua «è una valutazione personale, legata a processi di consolidamento che interessano l’intera industria del trasporto aereo a livello mondiale». Durissime, come detto, le repliche, a partire dal mondo politico. Il Pd definisce la fusione un fallimento della privatizzazione voluta dal governo. «Ildramma dei giochetti di Berlusconi con Alitalia è che questi costano miliardi alle tasche degli italiani, causano maggiori licenziamenti dei lavoratori e un progressivo declassamento industriale», ha dichiarato Matteo Mauri, responsabile Trasporti del partito. Sulla stessa linea un altro democratico, il capogruppo in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, per il quale «l’esecutivo ha a cuore gli azionisti più dei lavoratori».
ANCHE COLANINNO Sul fronte sindacale c’è da registrare l’intervento della Cgil, per bocca del leader Guglielmo Epifani, che trova «inquietante» parlare oggi di fusione e chiede chiarimenti per fugare il «sospetto che tutta l’operazione Alitalia sia stata fatta con l’intento di prendere del tempo». Ed ancora, tornando alla politica, l’Idv parla di «uno schiaffo ai lavoratori», il sindaco di Roma Gianni Alemanno vuole «un’Alitalia italiana con l’aeroporto di Fiumicino hub internazionale », mentre l’Udc chiede un chiarimento direttamente al premier. In realtà, una risposta alle affermazioni di Rocco Sabelli, il presidente del consiglio la fornisce proprio nel citato libro di Bruno Vespa affermando lapidario che «la compagnia deve rimanere italiana». Ed a riprova del polverone suscitato dalle parole dell’amministratore delegato, ci sono anche le eloquenti parole del presidente di Alitalia, Roberto Colaninno: «La fusione tra Alitalia e Air France è un’ idea che certamente non è condivisa dagli azionisti della compagnia ».
L’Unità 03.11.10