Nella seduta del 26 ottobre 2010 l’Assemblea Regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato una risoluzione che afferma l’indisponibilità dell’Emilia-Romagna ad ospitare una centrale nucleare all’interno del proprio territorio. La risoluzione, presentata dalla maggioranza, prima firmataria Roberta Mori (PD), è stata approvata con il voto favorevole del Movimento 5 Stelle. Durante la discussione è intervenuto in aula il segretario regionale del Partito Democratico Stefano Bonaccini.
“In Italia – afferma Bonaccini – si vuole imporre il ritorno al nucleare, tutta l’Europa sta andando nel verso opposto. Tutti devono sapere che se ora iniziassimo davvero a costruire nuove centrali, tra qualche anno, quando sarebbero pronte, avremo centrali superate tecnologicamente.”
“Il Partito Democratico è una forza di governo – prosegue Bonaccini – e per questo, mentre diciamo un chiaro NO al ritorno al nucleare e contemporaneamente affermiamo con forza il bisogno di voltare pagina per investire decisamente nella Green Economy. Possiamo dire con orgoglio che l’Emilia Romagna è forse l’unica regione italiana ad avere un assessorato dedicato alla Green Economy, e con i sui 140 milioni di euro negli ultimi tre anni è tra le prime nel campo degli ‘investimenti in questo settore. In una crisi come quella attuale, in cui sarà difficilissimo recuperare i posti di lavoro perduti, in Emilia-Romagna sono nate circa 2000 imprese che operano nel settore e che hanno creato posti di lavoro. Come ha ricordato il Presidente Errani nella prima assemblea di questa legislatura, dobbiamo costruire un ambiente pulito.”
“Ai nostri colleghi della Lega Nord dell’Emilia-Romagna – dice ancora Bonaccini – chiediamo coerenza: da una parte accettano le istanze dei cittadini di Caorso che non vogliono la centrale nucleare in casa loro, e poi non smentiscono quanto dice il loro collega di partito Castelli, che afferma che sulla centrale piacentina il Governo nazionale vuole andare avanti. Tutti i presidenti governatori delle maggiori regioni del nord, Formigoni, Zaia, Cota, hanno affermato la stessa cosa: “siamo favorevoli al nucleare ma non lo vogliamo nella nostra regione”. Credo che si tratti di un chiaro caso di quella che negli Stati Uniti viene chiamata sindrome Nimby, “Not in my back yard”, ovvero, “non nel mio giardino”. Chiedo scusa, presidenti del centrodestra, non vi pare di prendere in giro i cittadini?””Apprezziamo che il Movimento 5 Stelle – conclude Bonaccini – abbia deciso di votare insieme a noi questa risoluzione. E’ la prova che anche su questioni importanti come quelle dell’ambiente e del futuro delle nostre comunità possiamo trovare occasioni di convergenza. Noi, come si sente dire troppo spesso, non siamo il PD meno L, perché se governasse il centrodestra in questa regione si direbbe si alla centrale, mentre con il PD e il centrosinistra al governo ci opporremo al nucleare con tutte le nostre forze.