Giorno: 25 Ottobre 2010

"Continua la rottamazione dei diritti", di Pippo Frisone

Il 19 ottobre c.a. la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il ddl n.1441 -quater F- del collegato lavoro con 310 voti a favore (centrodestra+Udc) 204 contrari (PD+Idv) e tre astenuti. Un percorso faticoso quello del collegato lavoro, approvato per la prima volta alla Camera nel 2008, modificato al Senato nel 2009, modificato ancora dalla Camera all’inizio del 2010 e approvato definitivamente dal Senato nel marzo 2010, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica il 31.3, modificato dalla Camera il 29.4, rimodificato ancora dal Senato il 29.9 e definitivamente approvato dalla Camera il 19.10.10. Sono 50 articoli in tutto. E’ un’ennesima entrata a gamba tesa in materia di diritti, di diritti contrattuali, di obbligo scolastico. Per restringerli, non certo per allargarli. Sull’obbligo scolastico si fa entrare dalla finestra, quello che era uscito dalla porta principale (la legge n.296/06 sull’ innalzamento dell’ obbligo scolastico voluta dal governo Prodi). L’ ultimo anno dell’ obbligo, quello che va dai 15 ai 16 anni, adesso è possibile assolverlo nell’ apprendistato e fuori dal sistema dell’istruzione e formazione!! Basti pensare …

"Le scorciatoie del Lingotto", di Luciano Gallino

Se si mettono insieme diagnosi e proposte formulate in tv dall’ad Sergio Marchionne si è forzati a concludere che il grosso della produzione di Fiat auto è ormai destinato a svilupparsi all’estero. Non si vede infatti come sia possibile raccordare le prime con le seconde. Dal lato delle diagnosi, l´ad forse esagera quando afferma che l´Italia è al 118/mo posto su 139 per efficienza del lavoro, ma ha ragione nel dire che negli ultimi 10 anni l´Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri paesi – aggiungendo subito che non è colpa dei lavoratori. Il problema è che da parte sua neanche la Fiat ha saputo reggere il passo con gli altri costruttori europei. Una parte delle difficoltà del gruppo proviene certo dalla situazione del paese. Però di suo, nel decennio, Fiat ci ha messo sia la difficoltà a produrre e vendere su larga scala modelli di fascia medio-alta, quelli su cui si guadagna sul serio (anche quando ne aveva di eccellenti, come accadde con l´Alfa 156), sia una organizzazione complessiva della produzione, …

"Il rispetto del lenzuolo bianco", di Mario Calabresi

Esiste un gesto antico di pietà che mi torna in mente continuamente in questi giorni, è quello di coprire il corpo di chi è morto in un luogo pubblico. Lo si fa con un lenzuolo bianco, una coperta, un qualunque indumento che protegga almeno il volto e il busto di chi ha perso la vita rimanendo esposto su un marciapiede, in mezzo alla strada, su una spiaggia o in un campo. È un gesto codificato dal mondo greco, almeno venticinque secoli fa (anche Socrate si copre il volto mentre muore), e non serve soltanto a proteggere i morti dallo sguardo dei vivi ma anche noi stessi, i vivi, dalla vista della morte. È il limite del pudore, del rispetto, è il simbolo della compassione e della capacità di fermarsi. Oggi si è fatta strada in Italia una strana concezione dell’informazione che si potrebbe sintetizzare in un gesto: quello di sollevare il lenzuolo e spingere tutti a fissare quello che c’è sotto. Molti restano incollati all’immagine terribile, altri sfuggono, alcuni cominciano a provare disgusto. Ieri mattina …

"Merito addio. Torna il lavoro di padre in figlio", di Ivan Scalfarotto

Non è passata inosservata la notizia che nell’ambito dell’accordo esuberi di Unicredit la banca si sia impegnata a “privilegiare” le assunzioni dei figli di dipendenti (purché siano laureati e parlino l’inglese). Un errore clamoroso, che per di più esemplifica alcuni problemi italiani che vanno ben al di là del caso di specie. In primo luogo viene da chiedersi che tipo di mercato sia mai quello in cui un’azienda si impegna a “privilegiare nell’assunzione” persone che nemmeno conosce. Avere le persone giuste è vitale per qualsiasi impresa e in particolare per una banca, dato che lì ciò che fa la differenza è la capacità di chi ci lavora. In un mercato davvero aperto le banche dovrebbero competere in modo feroce l’una contro l’altra per accaparrarsi il miglior talento. Se non lo fanno è perché evidentemente non competono sul serio e questo vuol dire che le garanzie per il cliente di poter usufruire delle migliori condizioni di mercato di fatto non esistono. Anche il sindacato non sembra molto interessato a fare in modo che l’azienda, assumendo le …