"La sfida di Nichi che insidia il Pd", di Mario Lavia
Al ritmo di taranta la gragnuola di parole di Nichi Vendola, come previsto, ha impresso un segno accolto entusiasticamente, qui a Firenze, in un catino troppo piccolo ma per questo più ricco di calore, al primo Congresso di un partito che ancora non c’è – Sinistra ecologia e libertà – ma che «è diventato un po’ di moda», come ha detto il suo leader al termine di una lunga, torrenziale, evocativa relazione. L’impressione è che Nichi abbia chiare nella testa due cose. La prima, è conquistare la leadership di una nuova sinistra non più gruppettara ma nemmeno del genere Cosa 4: una roba nuova, molto forte nella figura del leader, molto veloce nell’incunearsi in ambiti non tradizionalmente politici, molto svincolata dalle abituali liturgie della politica-politica. La seconda è che per fare questo, un partito normale sostanzialmente non serve: basta una fortissima leadership, sia pure senza arroganza (anzi, il contrario) ma semmai con quell’“autoironia” che gli ha consentito ieri di definirsi «un ragazzo di Terlizzi». E contro i Golia della politica non è detto che non …